martedì 13 dicembre 2011

I media e i fatti di cronaca


La televisione non si smentisce mai. Oggi l'Italia sul Due stava trattando del caso di cronaca a Fiumicino sul ragazzo morto per un pugno sferrato da un suo amico, dopo che quest'ultimo si era visto negare una sigaretta. Neanche a dirlo che il gruppo degli ospiti presenti ha cominciato subito a puntare il dito contro la televisione, i modelli trasgressivi e i videogiochi, rei di trasformare degli innocenti pargoletti in mostri assetati di sangue. E appena un'invitata ha provato, anzi si è azzardata a suggerire che forse i media non sono così determinanti a scatenare cotanta aggressività, si è dovuta imbattere con l'esperto di turno che, dall'alto delle decine e decine di libri letti su antropologia, sociologia e studi sulla comunicazione, ha provveduto a zittire l'eretica visionaria.
Chi non si accontenta del qualunquismo potrebbe cambiare canale e il problema finisce lì, eppure questi programmi sono seguitissimi quindi è il caso d'interrogarsi sul motivo. Forse perché assecondano la pigrizia di pensiero, che è molto più facile da compiacere del contrario, e nel caso del collegamento tra violenza e media offrono un'ottima scusa ai genitori: la colpa del comportamento di vostro figlio è della televisione, dei videogiochi, dei film. In sostanza la colpa è degli altri non vostra.
Non ci vuole un cosiddetto esperto che ha letto centinaia di libri (ne aveva di tempo libero...) per capire che la mente umana non è una spugna che assorbe passivamente ogni contenuto. Una mente razionale infatti elabora quel contenuto in modo complesso, mettendolo a confronto con il proprio sistema di valori e producendo una sintesi che metta d'accordo tutti e due. Il tal caso la nostra mente sarebbe capace di discernere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e dunque non c'è nulla di male a divertirsi con film violenti o gli sparatutto, poiché sappiamo inserire quella violenza nell'ambito del virtuale. 
Al contrario quando si ha una mente povera di idee si tende ad elaborare i contenuti violenti in modo piatto e lineare. E non avendo nessun filtro che consenta di contestualizzare quel messaggio, non si è in grado di distinguere tra realtà e finzione, facendo sorgere la voglia di emulazione. In questo caso tuttavia la colpa maggiore non ce l'hanno i media, ma l'educazione e la formazione del soggetto. Dunque i genitori, la scuola e molto altro ancora.
Purtroppo al pubblico di certi programmi piace essere deresponsabilizzato. In fondo chi vuole sentirsi accusato? E poi, scusate, ma se si ragionasse diversamente che cosa gli resterebbe da fare a questi poveri conduttori? 





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