Tra tutte le saghe a cartoni animate dell'ultimo decennio, non firmate Walt Disney, è certamente l'Era Glaciale quella più interessante e rilevante: la storia è un'intelligente metafora della nostra vita. Questa serie, giunta ormai al quarto capitolo in uscita tra il 28 settembre prossimo, raccoglie in se, in una modalità sarcastica e al tempo stesso ironica, alcune delle peculiarità dei rapporti umani vissuti non da un punto di vista infantile ma da una prospettiva a volte cinicamente adulta.
Su tutti è assolutamente predominante la tematica dell'amicizia: la contingenza e la stima reciproca nascono non da una morale predefinita ed ipocrita ma da un reale bisogno di aggregazione. Sid, Manfred e Diego appartengono in realtà a mondi opposti, lontani e divisi da logiche naturali precise ma nonostante questo riescono, proprio grazie alle loro differenze, a crescere lungo tutta la storia. Il loro viaggio non è soltanto un viaggio in senso fisico ma anche in senso "umano", è un percorso interiore che consente loro di arricchirsi non solo di nuovi compagni ma di una più alta consapevolezza.
Un'altra particolarità di questi lungometraggi riguarda l'esistenza diegetica della morte. A differenza degli utopici cartoni Disneyani questi film presentano la realtà in modo più crudo ma al tempo stesso più verosimile non tanto nelle rappresentazioni visive ma in quelle concettuali.Questo rigore rappresentativo, questa asprezza è controbilanciata (sembra strano a dirlo) da...Sid. Questo è in definitiva il personaggio più simpatico, interessante e profondo dell'intera storia. Sembra essere l'unico rappresentante di un mondo di fantasia e di sognante positività oltre che un cardine dell'intero gruppo; l'ememento cioè che ha radunato questo branco atipico e surreale.
L'elemento più interessante è che il bradipo (tanto lento quanto perseverante) non si palesa leader della comitiva ma lo è nei fatti, lo dimostrano i suoi interventi, seppur goffi e divertenti, nei momenti più tesi e difficili. L'animale dei tre più piccolo e apparentemente indifeso è in realtà il centro delle relazioni del gruppo che, senza di lui., non sarebbe mai stato potuto esistere. Sid sa limare le differenze, colma quei vuoti strutturali con sentimento e umorismo.
Ultima considerazione riguarda certamente il tributo della serie al cinema muto: Scrat è un simpatico scoiattolo che non c'entra quasi nulla con la storia del film, ma tenta con tutte le sue forze di portare al sicuro la sua ghianda, a cui è molto affezionato, sebbene non riesca mai a impossessarsene. Le sue apparizioni si possono considerare degli "intervalli" tra una scena e l'altra della film: si tratta di siparietti divertenti che servono a "spezzare" la pellicola, strappando più di una risata allo spettatore. Il personaggio è muto, è soltanto un trionfo di gesti, di sguardi. Il mimo è il richiamo artistico più tipico: il suo successo (la serie ha sbancato puntualmente il botteghino) è la testimonianza di come questa antica e solenne modalità stilistica possa in qualche modo esser ancora apprezzata, con brillanti risultati, anche da pubblico ormai fin troppo abituato al vocale (il sonoro in realtà è sempre presente attraverso la colonna musica, la colonna dei "rumori" diegetici). Complimenti!
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