Milano è una città talmente gelosa dei suoi tesori che li nasconde ai
turisti, a quelle persone superficiali e affrettate che la popolano cercando
una bellezza “chiavi in mano”, pronta da consumare al volo, per poi buttare il
packaging, possibilmente minimalista e fatto con materiali riciclabili.
Chi si ferma, chi da a Milano il tempo di raccontarsi e svelarsi, però,
viene premiato da piccoli gioielli nascosti, come la casa-museo Boschi DiStefano.
La casa museo è una deliziosa palazzina degli anni ’30, tipica dell’architettura
milanese del periodo, realizzata da Piero Portaluppi, uno dei nomi più in voga
a Milano nel periodo tra le due guerre. L’edificio, di proprietà della
Fondazione Boschi Di Stefano, è stata donata al Comune di Milano, che ha
adibito il secondo piano, ovvero l’appartamento dei coniugi Boschi Di Stefano,
instancabili ed incontenibili collezionisti d’arte, a sede espositiva.
Il visitatore si trova immerso in un affascinante appartamento,
arredato con mobili d’epoca, le cui pareti sono letteralmente tappezzate da
opere d’arte che sono un manuale di storia dell’arte italiana della prima metà
del secolo scorso. Futuristi a parte, non manca nessuno all’appello: Sironi, de
Chirico, Morandi, Fontana, Manzoni, Vedova, Campigli, Paresce, Savinio… E, per
destare ancora più stupore, bisogna ricordare che una parte della collezione è esposta
al Museo del Novecento!
Casa Boschi Di Stefano fa parte del circuito delle case museo diMilano,
come villa Necchi, di cui vi avevo già parlato
ed è aperta dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00, grazie ai volontari
del Touring Club Italiano che consentono, inoltre, l’ingresso gratuito. Si
trova in Via Giorgio Jan 15, placida parallela di Corso Buenos Aires, via dello
shopping milanese.
E dopo aver nutrito il vostro intelletto? Attraversate Corso Buenos
Aires e andate a fare merenda, brunch o un pranzo leggero da Pavé, una
pasticceria che definirla pasticceria è riduttivo, ma i dolci sono imperdibili!
Però in effetti anche i piatti salati non sono niente male… E poi ci sono le
poltroncine, il soppalco, i profumi che periodicamente affiorano dal
laboratorio a vista…
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