Se n’è andato un uomo (Mikhail Beketov) che per le sue
parole non gli era stata data tregua. Dicono che un boccone lo ha soffocato sulla
sedia a cui era costretto, privato di una gamba e di alcune dita che i suoi
nemici avevan chiesto in pegno per il suo ficcanasare. Cinque anni fa non erano
riusciti a zittirlo per sempre, ma la vita era comunque rovinata e la battaglia
persa, lasciando un amarezza che né l’ammirazione né i premi ricevuti in seguito avrebbero potuto mitigare del tutto.
Voleva proteggere gli alberi Mikhail dall’appetito
del duro cemento e dai signori che vogliono edificare a ogni costo. Ci aveva
provato con i suoi libelli a smascherare le ingiustizie e la corruzione dei
poliziotti che servivano i loro scopi schiacciando chi protestava per difendere la foresta Khimiki, dove sarebbe passata la strada da Mosca. Ma una volta
che si accorsero di lui cominciarono a mandargli qualche monito, poi gli uccisero
il cane e dopo gli bruciarono l’auto. Il peggio doveva ancora venire quando una
notte due energumeni armati di spranghe e di crudeltà inaudita non lo
aggredirono nell'ombra e lo massacrarono di botte fino a ridurlo ad uno straccio
che a malapena respirava.
Al danno si era aggiunta anche la beffa con una denuncia
per calunnia da parte di quel sindaco (Vladimir Strelchenko) che Mikhail aveva
tante volte accusato di essere il maggior colpevole di questo scempio contro le
foreste per aprire la sua autostrada. E il sindaco vinse la causa noncurante di
trovarsi di fronte un uomo distrutto, anche se il gran signore Medvedev forse
colpito dalla triste vicenda del povero Mikhail o forse imbarazzato dal clamore
suscitato da così tanto infierire su un uomo malato era stato buono con lui e aveva
reso la pena meno severa.
Poco dopo avrebbero dato anche un premio a Mikhail,
come miglior giornalista, ma quanto doveva essere triste che nessuno aveva fatto
granché per scovare chi era stato a ridurlo così. Le autorità promettevano, ma
gli anni passavano e la strada andava avanti con quest’uomo che impotente
testimoniava e ben poco poteva ormai fare per impedirlo. Riposa in pace, custode di Khimiki.
Nessun commento:
Posta un commento