mercoledì 12 giugno 2013

Grecia - Ert tv, lo spettacolo è finito

Da una parte all'altra della casa europea. Nello stesso giorno in cui la potente Bundesbank puntava il dito contro i soldi dispensati dalla Bce ai Paesi potenzialmente insolventi, in uno di questi la crisi costringeva la stessa televisione pubblica ad ammainare la sua bandiera. Stiamo parlando della Grecia, dove ieri sera è avvenuta la chiusura forzata di Ert tv, l'equivalente della nostra Rai. Colpa di una cattiva amministrazione da ristrutturare secondo il governo che ha colto l'occasione per licenziare anche i circa 2.500 dipendenti in esubero. Per una parte del popolo ellenico invece la decisione nasconde il bieco tentativo del premier di centodestra Samaras di zittire una voce critica ma destabilizzante per un'economia sempre più vicina al collasso.
L'unica certezza in questa triste storia è che la culla della nostra civiltà se la sta passando malissimo. E ciò non dipende solo i tagli brutali a stipendi e servizi imposti ai cittadini da una classe dirigente che non per questo appare meno impotente alle sfide cruciali del Paese.
Da qualche giorno sta esplodendo infatti il caso del Fondo Monetario Internazionale che dopo mesi d'indiscrezioni ha ammesso soltanto pochi giorni fa le sue colpe. Cosa ha fatto di tanto male? Semplice, i suoi esperti hanno sbagliato i loro calcoli circa l'entità del dissesto greco col risultato che dopo tutte le manovre lacrime e sangue imposte ad Atene questa si ritrova praticamente con lo stesso debito di prima della 'cura'. Vatti proprio a fidare.
Inoltre oggi arriva anche la beffa con la notizia che l'agenzia di servizi finanziari MSCI di New York ha declassato la Grecia da Paese sviluppato ad emergente, accodandosi alla posizione di Russell Investments di Seattle che aveva già fatto altrettanto a marzo. Proprio l'incoraggiamento che ci vuole per attirare nuovi investitori in un momento tanto disperato.
Dopo la chiusura di Ert Tv, fuori dagli studi gli impiegati e il principale partito d'opposizione Syriza hanno indetto una manifestazione a cui si dovrebbe aggiungere uno sciopero generale di 24 ore appena annunciato dai sindacati. E non sono pochi i malumori anche nel governo, in particolare tra i socialisti del Pasok che da un anno siedono con la Nea Dimokratia di Samaras per traghettare una barca che stando ai dati sopracitati quando va bene non è più sconquassata del giorno prima.

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