Pochi giorni dopo aver visto un interessantissimo Report Cult sul tesoro di Calisto Tanzi trafugato alla vigilia del crac Parmalat, ecco che arriva la condanna in appello a Bologna dell'ex presidente di Capitalia (prima Banca di Roma) Cesare Geronzi a 5 anni di carcere per bancarotta ed usura.
Assieme a lui confermate le condanne del tribunale di Parma per bancarotta anche ad altri sei imputati tra cui Matteo Arpe, l'ex direttore generale di Capitalia. A tutti sarà anche vietato per 10 anni l'esercizio d'impresa e per 5 quello dai pubblici uffici, un bel problema specie per Geronzi che adesso è presidente di Fondazione Generali, nel gruppo Assicurazioni Generali.
I fatti si legano alla vicenda delle acque Ciappazzi, azienda indebitata proprio con Capitalia e che secondo l'accusa l'allora proprietario della Parmalat Tanzi sarebbe stato costretto da Geronzi ad acquistare ad un prezzo più alto di quello di mercato in cambio dei 50 milioni di finanziamento di cui il gruppo di Collecchio aveva disperatamente bisogno. Soldi che come tutti sappiamo alla fine si sarebbero rivelati inutili per evitare un tracollo dalle dimensioni talmente colossali che come dimostra la sentenza di oggi è ancora argomento di forte dibattito.
Nessun commento:
Posta un commento