Dopo un lunghissimo tentennare gli Stati Uniti hanno finalmente deciso di armare i ribelli siriani nella loro lotta contro Assad. L'intervento per qualcuno potrebbe essere un po' tardivo visti i recenti successi di Assad che dopo la riconquista di Qusayr sembrava avvicinarsi alla vittoria finale.
Il casus belli dell'intervento americano - che guarda caso capita proprio in corrispondenza delle presidenziali iraniane - è l'utilizzo da parte del regime in varie località (Aleppo, Homs e Damasco) di armi chimiche sugli oppositori, in particolar modo il gas nervino conosciuto col nome di sarin. Ma cos'è di preciso questa sostanza il cui ricorso potrebbe scatenare un conflitto di portata regionale o se dobbiamo prestar fede al nostro ministro della Difesa Mauro addirittura mondiale?
Il casus belli dell'intervento americano - che guarda caso capita proprio in corrispondenza delle presidenziali iraniane - è l'utilizzo da parte del regime in varie località (Aleppo, Homs e Damasco) di armi chimiche sugli oppositori, in particolar modo il gas nervino conosciuto col nome di sarin. Ma cos'è di preciso questa sostanza il cui ricorso potrebbe scatenare un conflitto di portata regionale o se dobbiamo prestar fede al nostro ministro della Difesa Mauro addirittura mondiale?
La caratteristica principale del sarin è quella di essere un killer insidioso. Non possiede né colore né odore e quando si trova in grandi quantità nell'aria è capace di passare attraverso la pelle neutralizzando la protezione delle maschere antigas. In questo caso la sostanza va a colpire il sistema nervoso provocando effetti che vanno dalla perdita di controllo delle proprie funzioni corporee fino al soffocamento per i violenti spasmi che ne conseguono. Si calcola che ne bastino solo cento millilitri per uccidere un uomo o nei casi più fortunati a provocare danni permanenti al sistema nervoso.
Sebbene se ne parli diffusamente da qualche anno, la sua storia risale alla vigilia della seconda guerra mondiale quando fu creato nei laboratori nazisti che non fecero in tempo ad impiegarlo nel conflitto. Il sarin del resto iniziò ad essere prodotto in massa soltanto a partire dalla guerra fredda rientrando negli arsenali chimici di USA ed URSS, finché negli anni Novanta una risoluzione delle Nazioni Unite non ne bandì l'uso e lo stoccaggio. Nel frattempo questo gas aveva già fatto parlare di sé in un Paese molto vicino alla Siria, ossia l'Iraq di Saddam Hussein che lo utilizzò per il massacro di Halabja del marzo 1988 contro i curdi, un evento che rimane tutt'ora l'attacco più sanguinoso inflitto ad una popolazione civile con le armi chimiche.
Nello stesso contesto il sarin si lega alla cosiddetta Sindrome del Golfo, una malattia che va a colpire il sistema immunitario e provoca tumori di varia natura e di cui sono affetti molti soldati della coalizione che partecipò all'omonima guerra del 1991. La ragione principale di questo male risale proprio all'utilizzo o all'esposizione di sostanze potenzialmente carcerogene come l'uranio impoverito dei proiettili oppure i gas nervini tra cui rientrano appunto sarin e antrace.
Esiste però un evento che collega il sarin ad un contesto molto lontano dai teatri di guerra. Tutto nasce da una setta religiosa giapponese conosciuta come Aum Shirinkyo ("Suprema verità") che divenne molto popolare nel corso degli anni Ottanta grazie al carisma del suo leader Shoko Asahara. Con il passare del tempo il culto divenne però sempre più visionario e millenariatico al punto che Asahara diceva di paragonarsi al Cristo preparando i suoi discepoli ad un imminente apocalisse. E questa alla fine sembrò avvicinarsi per davvero anche se sotto forma di attentati con il sarin che fecero il loro debutto nel 1994 con la città di Matsumoto dove morirono otto persone. Nove mesi dopo i seguaci di Asahara colpirono ancora seminando il panico nella stessa capitale Tokyo. Questa volta il gas invase diverse linee della metropolitana di Tokyo, causando tredici morti, cinquanta feriti gravi e almeno un migliaio di cecità temporanee. Il crimine assestò un duro colpo alla setta che vide il suo leader condannato a morte per impiccagione nel febbraio 2004 anche se al momento resta in carcere in attesa dell'esecuzione.
Oggi invece il sarin è diventato l'ultimo protagonista di un conflitto, quello siriano, che dopo due anni di quarantena imposta dall'esterno sta ora attraendo tutti quelli che fino a pochi giorni prima facevano il possibile per tirarsene fuori. E lo sviluppo è stato così improvviso che stando anche ai toni rabbiosi di alcuni attori come la Russia le conseguenze potrebbero essere imprevedibili quanto il gas che ha rotto gli ultimi indugi.
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