La storia a dire il vero non ha ancora una conferma definitiva essendo trapelata per bocca di un giornalista freelance secondo il quale le autorità locali stanno tentando in tutti i modi di soffocare la vicenda lasciando i responsabili completamente impuniti.
Che sia vero o meno ciò non deve distogliere lo sguardo dal fatto che nello Yemen - dove la primavera araba ha esacerbato una crisi umanitaria già colossale con oltre cinque milioni di profughi - si continuino a praticare costumi che se ne infischiano di diritti o leggi. Al riguardo esiste infatti una norma che vieta di suo i matrimoni per chiunque abbia meno di 17 anni ma viene puntualmente ignorata dalle famiglie più conservatrici.
Qualche mese fa c'era stato un episodio analogo finito però in tutt'altro modo. Tutto iniziò con la fuga di una yemenita di undici anni, Nada al-Ahdal, da un matrimonio che sentiva le avrebbe chiuso le porte di un'esistenza non ancora sbocciata. La piccola riuscì addirittura a pubblicare un video in cui manifestava la sua opposizione ai matrimoni forzati e evitando grazie al clamore suscitato dalle sue toccanti parole un destino altrimenti segnato. Ma per quelli a cui il lieto fine aveva fatto ben sperare in una svolta per le donne yemenite, il dramma di Rawan ricorda quanto sia al contrario lunga la strada per maggiori diritti in una delle regioni più misogine del pianeta.
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