venerdì 25 ottobre 2013

Tunisia - L'ultima fragile roccaforte degli Ikhwan

Volevano far saltare in aria un intero quartiere o quasi. La polizia tunisina ha scoperto infatti un'enorme quantità di esplosivo che secondo gli elementi in loro possesso sarebbe stata diretta contro l'hotel Sheraton di Tunisi, la sede della TV di Stato e forse anche il ministero degli Esteri poco distante. E chissà quali sarebbero state le conseguenze se l'azione dei terroristi fosse andata a buon fine. La Tunisia infatti nonostante sia rimasta l'unico paese a godere di una relativa stabilità tra le abortite rivoluzioni dell'area cova dentro di sé i germi di una guerra fratricida che non avrebbe nulla da invidiare a Libia o Egitto.

Come in Egitto, i Fratelli Musulmani tunisini - qui raggruppati sotto il partito Ennahda - hanno dovuto fin da subito affrontare il problema della difficile convivenza con i gruppi islamisti più radicali. M- mentre nella terra delle piramidi la relazione è stata caratterizzata da ambiguità (solo la caduta di Morsi ha consumato il divorzio definitivo), nel paese che ha dato il via alla primavera araba la situazione è degenerata in fretta al punto che la maggiore forza radicale conosciuta col nome di Ansar al Sharia è stata dichiarata fuorilegge. 
Da allora i radicali hanno alzato sempre più i toni, passando anche ai fatti con numerosi attentati o assalti alle forze di sicurezza come quella avvenuta pochi giorni fa a Sidi Bouzid, che è costata la vita a sei agenti. Fatti come quelli di Sidi Bouzid, per il quale è stato proclamato un lutto nazionale di tre giorni, stanno minando sempre più la credibilità del governo che già sconta l'imbarazzante collasso dei colleghi egiziani. A questo riguardo la lentezza con cui vanno avanti i lavori per la redazione della Costituzione stanno attirando ad Ennahda l'accusa di voler rimanere attaccata al potere come aveva tentato di fare Morsi. 
I primi segnali preoccupanti non si sono fatti attendere. Sempre più persone stanno scendendo in piazza a protestare contro l'inefficienza del governo e a Kef, nella Tunisia nordoccidentale, è stata addirittura data alle fiamme la sede del partito islamista. La miccia sta diventando ogni giorno più corta che mai. 



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