
Analiziamo con calma tutte le componenti e confrontiamole.
Dando per assodato la conoscenza delle trame e della grande qualità dei due registi (è possibile infatti leggere su questo blog alcuni articoli dedicati a Scott e Cameron) partiamo dalla mitologia di riferimento: Alien nella sua ambientazione surreale e dispersiva, costruita su un alternanza di spazi angusti ed esageratamente aperti quasi al limite di una agorafobia (una paura spasmodica per gli spazi eccessivamente aperti e affollati) è parte di qualcosa di più grande.
La trama infatti presuppone l'appartenenza ad una mitologia vasta, che può spingersi fino alla ricerca di un'ancestrale domanda sull'origine della vita nell'universo, che Scott, a settembre, ci rivelerà nel film Prometheus.
L'alieno, inoltre, non è altro che un' immensa metafora del male che nasce dentro di noi, è sfuggente a tratti quasi paranormale immerso in una nube di ombre e di terrore. E' la storia del mostro inconscio che vive in ognuno di noi.. Insomma un film che all'epoca non aveva certo le connotazioni del film commerciale, lontano dalla moda dell'action-movie che negli anni a venire si sarebbe insediata tra le scrivanie dei dirigenti Hollywoodiani.

A Cameron non interessa l'origine dell'astronave pilotata dallo Space Jokey ma è sua intenzione dare al male una connotazione più concreta, materiale, assolutamente "terrena", senza mitologie di sorta.
L'individualismo e il senso di smarrimento di Aliens arricchiti dalla lucida e sistematica (quasi robotica) visione dell'universo ne fanno un'ottima seconda versione. Aliens può essere considerato, da questo punto di vista, un ottimo remake mascherato, per ragioni commerciali, da sequel. Alla stagione dei grandi ideali si sostituisce il concetto di suer uomo (in questo caso super donna simbolo dell'emancipazione ai massimi livelli) tipico di quegli anni. La stessa protagonista è una seconda versione di se stessa: se in Alien Ellen Ripley è una donna che alla fine fugge, cerca di salvare se stessa dal mostro; in Aliens è lei la cacciatrice, mossa da uno spirito di vendetta ma soprattutto da una "rinascita stilistica" del suo personaggio all'interno della storia.
E gli Xenomorfi? Scott e Cameron convergono nella rappresentazione di questa specie: un perfetto organismo, non offuscato da coscienza o moralità, una perfetta macchina da guerra. Cameron nè da una precisa delineazione insettoide mentre Scott, all'origine, sembrava orientato a dare agli alieni una connotazione più umana, più intelligente.
Sebbene un giudizio positivo accompagni queste due pellicole, con una grande aspettativa per Prometheus, è indubbia invece l'inferiorità degli episodi successivi (soprattutto il quarto capitolo, senza contare i due Alien vs Predator, Alien 3 aveva degli spunti interessanti) che, di fatto, hanno affossato un grandioso franchise.
In conclusione come non ricordare il premio Oscar Carlo Rambaldi scomparso il 10 agosto 2012: era noto in tutto il mondo per aver realizzato alcune delle creature più famose del cinema degli anni settanta e ottanta del secolo scorso. Da E.T. a King Kong (1976) e appunto la creatura di Alien.
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