Alexander Joe |
L'appuntamento di oggi era atteso con particolare preoccupazione, essendo ancora molto viva la memoria del tremendo sciopero dell'agosto 2012 a Marikana, quando la polizia sparò sui manifestanti causando la morte di una quarantina di persone.
Rispetto ad allora sono cambiate molte cose. Intanto questa volta lo sciopero è stato autorizzato dall'autorità, il che dovrebbe rendere il corteo più sicuro. Neanche il sindacato è più lo stesso di prima. Al fianco dei minatori adesso c'è l'Associazione dei sindacati di Minatori e Costruzione (Amcu), la quale ha rimpiazzato il vecchio Sindacato Nazionale dei Minatori (Num). Negli ultimi tempi il Num aveva fatto discutere per la sua vicinanza al partito di governo African National Congress, accusato a sua volta di occuparsi più degli interessi stranieri che di quelli del suo popolo.
Il governo, per contrastare la crisi di popolarità che stanno accompagnando le elezioni previste ad aprile, si è impegnato per bocca del ministro del Lavoro Mildred Oliphant a organizzare per domani a Johannesburg un'incontro tra i minatori e le tre principali aziende del settore: l'Anglo American Platinum Ltd., la Impala Platinum Holdings Ltd. e la Lonmin Plc. Questo anche per evitare nuove tragedie come quella di Marikana, che da allora ha visto l'introduzione di un divieto di manifestare con le armi tradizionali come machete o lance. Queste infatti secondo la polizia sarebbero state la causa scatenante della violenta reazione da parte degli agenti in quel drammatico agosto.
Si calcola che la giornata di oggi abbia fatto perdere all'industria del platino, uno dei settori più importanti nel paese che ne è anche il maggiore produttore mondiale (70%), un guadagno di oltre 13 milioni di dollari. Sempre oggi era previsto un altro sciopero, quelli dei lavoratori nelle miniere d'oro, che però è stato rimandato perché la Corte di Johannesburg che dovrà autorizzarlo non si pronuncerà in merito prima del 30 gennaio.
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