Vi invitiamo volentieri, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne, a un incontro su un tema interculturale controverso, presentazione del libro:
MODIFICAZIONI GENITALI FEMMINILI
Una questione post coloniale (Colibrì ed. 2013) di Federica Ruggiero.
SABATO 8 MARZO, h. 17.30 sarà presente l'autrice. Ingresso libero e gratuito per le/gli iscritte/i alla biblioteca (è possibile iscriversi il giorno stesso).
Tutte le informazioni e gli approfondimenti sulle nostre attività culturali le trovate su internet, utilizzando il link:
http://moourl.com/9lhnd
La biblioteca si trova a l.go Monreale (via di Vermicino).
Federica Ruggiero è nata a Roma nel 1977.
Dopo essersi laureata in sociologia si è specializzata in discipline antropologiche, gender studies e studi post-coloniali.
Lavora da diversi anni su temi legati alla violenza di genere, nonché alla migrazione e all’intercultura, in qualità di ricercatrice, progettista, consulente e formatrice, per conto di diversi enti pubblici e di formazione. Svolge inoltre attività di docenza all’Università di RomaTre, all’interno dei Master in “Formatori esperti in Pari opportunità: Women’s studies e identità di genere” e “Politiche dell’incontro e mediazione culturale”.
Conduce dal 2005 attività di ricerca anche in Rwanda, sul colonialismo e sulla condizione delle donne durante e dopo il genocidio del 1994.
E’ attualmente iscritta al primo anno di Dottorato di ricerca in Scienze Sociali, Migrazioni e Intercultura presso l’Università degli studi di Genova.
Questo libro ha voluto esplorare gli stereotipi e i pregiudizi che danno forma al nostro immaginario in relazione alle donne di altre culture.
Con la consapevolezza dell’insegnamento delle generazioni femministe che mi hanno preceduta, lo studio qui proposto si fonda su una suggestione ben precisa: partire da sé.
Prendere coscienza dei nostri abiti mentali e delle nostre categorie cognitive come particolari, ci consente di mettere in discussione le nostre certezze, rendendoci più disponibili ad ascoltare e a comprendere le ragioni degli altri.
Esperienze pregresse sul tema delle MGF hanno dimostrato che tra la nostra visione del fenomeno e la percezione delle donne direttamente coinvolte c’è spesso uno iato, in grado di compromettere una possibile relazione attenta alle altrui sensibilità. A tal proposito questa ricerca ha voluto esplorare la natura e la causa di questa frattura, affinché all’incomunicabilità si sostituisca un dialogo più aperto alla conoscenza e alla comprensione reciproca. Per questo ho cercato di ricostruire una sorta di genealogia del nostro immaginario sulle MGF, che di fatto permea i nostri giudizi, con derive spesso eurocentriche e razziste.
Si è voluto riflettere su alcuni concetti-chiave che coinvolgono tutte le donne, se pur con modalità differenti, quali: l’integrità del corpo, l’autodeterminazione, la salute e il controllo della sessualità e del piacere femminile, subordinato a quello maschile, anche all’interno dei nostri riferimenti socio-culturali.
Ho reputato dunque necessario esplorare le modificazioni del corpo nostrane, la colonizzazione dell’immaginario femminile (e non solo) che in modo del tutto ideologico le rende innocenti, desiderabili e possibili; le leggi che le sottendono, favorendo da un lato criteri di normalizzazione dei corpi, quando i soggetti da irreggimentare sono uomini e donne transgender non ancora piegati/e ai canoni di normalizzazione della cultura dominante e dall’altro reprimono e criminalizzano migranti, con provvedimenti non scevri di razzismo e contraddizioni normative, fino ad arrivare agli zoo umani.
Le MGF, dunque, e soprattutto le ragioni che le sottendono, ci riguardano direttamente come donne più di quanto immaginiamo. Da donne occidentali, infatti, ci illudiamo di essere libere ed emancipate, arrogandoci il diritto di relazionarci a donne di altre culture come sorelle maggiori, dimenticando di appartenere, invece, ad un mondo che, come gli altri, controlla i nostri corpi e ci discrimina come donne. La legge sulla fecondazione assistita, il caso Englaro e i numerosi tentativi di rimettere in discussione la legge sull’aborto, rappresentano a questo proposito un’eloquente testimonianza.
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