mercoledì 28 dicembre 2011

Chaplin - Il grande dittatore

Quando Chaplin iniziò a lavorare per Il grande dittatore, sul cielo del mondo si stavano già addensando nubi gravide di tempesta. Non era facile allora raccontare una storia dichiaratamente anti-nazista, visto che la comunità internazionale era ancora convinta che Hitler fosse utile ad arginare lo spettro bolscevico. Chaplin non ebbe però bisogno di aspettare qualche anno per rendersi conto di quale fosse la vera natura del Terzo Reich e nonostante la Wehrmacht fosse ad un passo dall'imporre la sua pace in Europa mantenne il coraggio di far uscire il suo film.
Il grande dittatore parla di un reduce ebreo della Grande Guerra che torna dopo anni di ricovero alla sua vecchia bottega di barbiere, rimanendo completamente all'oscuro delle misure antisemite entrate in vigore da quando il dittatore Hynkel ha preso il potere nel suo paese. Egli non dovrà solo fronteggiare situazioni al limite del paradossale, ma si ritroverà suo malgrado a partecipare ad un complotto dove si lancerà in uno dei discorsi più celebri della storia.
Chaplin interpreta brillantemente sia la vittima, una reminiscenza del Vagabondo di cui veste i panni giusto in una sequenza, che il carnefice, dilettandosi in un'esilarante parodia dei discorsi appassionati e delle manie di grandezza del Fuhrer. Ad affiancarlo ci sarà di nuovo Paulette Goddard, la sua terza moglie e coprotagonista di un ghetto tormentato dalla prepotenza e dai soprusi. Il film è ormai del tutto sonoro e inaugurerà una stagione più impegnata nella carriera dell'artista dalla quale ne uscirà seriamente compromesso. 




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