venerdì 4 maggio 2012

Fuochi sul Tamigi


Qualche giorno fa si è parlato della Thymoshenko e ultimamente alcuni leader occidentali stanno valutando se partecipare o meno agli europei di calcio come mezzo di pressione sul governo ucraino. C'è però un altro appuntamento sportivo ravvicinato e forse anche più importante, vale a dire i XXX Giochi Olimpici di Londra: nulla di così insolito se consideriamo che la City attira abbastanza pubblico di per sé e che ha già ospitato i giochi in altre due occasioni.
Colpisce però la coincidenza dell'evento con tre fasi storiche profondamente diverse tra loro per il paese. La prima volta fu nel 1908, quando l'impero britannico era allo zenith della sua potenza e si scaldava per un confronto dal quale sarebbe uscito ancora più rafforzato. Seguì la replica nel 1948 quando gli Stati Uniti hanno di fatto scavalcato l'ex-madrepatria che perdendo la sua inestimabile gemma indiana si avvia a smantellare il suo immenso dominio coloniale.
La fiamma olimpica del 2012 invece si accenderà dove manca il tempo per le velleità imperialistiche (a parte il bisticcio delle Falklands che ne è pallido riflesso), perché è difficile trovare nella storia recente un momento altrettanto cruciale per la Gran Bretagna. Scomodare l'epico duello con Napoleone o Hitler sarebbe un esercizio inutile, ma come allora Londra si vede mettere in discussione praticamente tutto: i dubbi (in parte condivisibili) sul Fiscal Compact ne hanno ridimensionato il ruolo in Europa; la sua prosperità economica è stata contestata dagli ultimi dati recessivi; la solidità politica è afflitta da sporadiche rivolte di piazza, dalla collusione dei partiti con Murdoch e da un governo in difficoltà che le sconfitte elettorali indeboliranno ulteriormente; persino l'integrità territoriale tiene il fiato sospeso per un referendum che nel 2014 potrebbe sancire un divorzio lungamente agognato dagli scozzesi. Potrebbe andare peggio, ma gli inglesi hanno dalla loro tutte le qualità che servono per risolvere crisi ben peggiori. L'ultima cosa di cui avremmo bisogno sarebbe un Le Pen o un Wilders d'oltremanica....

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