sabato 16 giugno 2012

Crusader Kings II - Ducato d'Apulia

D'ora in poi ho deciso d'inaugurare delle vere e proprie maratone Paradox Interactive, vale a dire giocare i vari brand in sequenza a partire da Crusader Kings II (1066-1399), passando per Europa Universalis III (1399-1821), Victoria II (1836-1936) e concludendo con Hearts of Iron III (1936-1948). Una maratona che si potrebbe definire dilatata, nel senso che con il tempo che mi ritrovo prima che riesca ad arrivare in fondo mi ci vorranno almeno un paio di mesi. Comunque sia iniziamo con una nuova campagna nel medioevo Paradox, passando dalle verdi e placide terre d'Irlanda al torrido e insanguinato meridione con il Ducato d'Apulia degli Altavilla.


Perché insanguinato? Perché parte di questa regione (la Sicilia soprattutto) all'epoca di Guglielmo il Conquistatore era covo di predoni musulmani, i cosiddetti saraceni, che non solo davano del filo da torcere alle emergenti repubbliche marinare per il controllo dei traffici mediterranei, ma costituivano un minaccioso avamposto per l'eventuale conquista islamica dell'Italia. Al fine di rovesciare i vari sceiccati presenti e farsi carico di una loro conversione (aggiungerli al proprio dominio è fine ben più secondario, ovviamente) è necessario però consolidare il potere nella regione, prendendo di mira territori indipendenti come Salerno e iniziando ad intrigare per strappare a qualche vassallo antipatico i suoi titoli. Gli altri possono sempre essere messi in riga dichiarandosi in virtù dei propri successi come Re di Sicilia.


Essere Re di Sicilia senza l'isola potrebbe tuttavia suonare imbarazzante, ma l'ostacolo principale alla sua conquista era la sua parziale caduta nell'orbita del potentissimo sultanato d'Africa. Uno scontro diretto si annunciava fuori questione e ne avevo avuto prova quando dei vassalli poco convintamente cristiani hanno spinto i musulmani ad attaccare, facendomi arretrare in Calabria. Poi la svolta con una massiccia e lunga guerra civile che ha sfasciato l'enorme impero africano, aprendo le porte al recupero dei territori perduti e all'occupazione di una vasta porzione dell'isola. Della caduta dell'antico nemico hanno approfittato anche il Sacro Romano Impero e il regno svedese d'Egitto, lasciando uno stato in decadenza esposto a nuove invasioni.


Nel frattempo dall'oriente giungevano popoli mai visti e dall'aspetto mostruoso. La prima a cadere fu la Persia, poi il regno di Kiev e infine la Polonia, dove si stanziarono definitivamente e ivi adottarono la religione dei bizantini, diventando a tutti gli effetti dei signori cristiani come gli altri ed entrando persino nella mia corte. Verso la fine del Duecento la Sicilia era ormai libera dai musulmani e il regno (che per la mescolanza della dinastia con personaggi d'origine magrebina è diventato sultanato, nonostante la religione...) prosperava a tal punto da poter sfidare una potenza come la Repubblica di Genova per strappargli la contea di Capua, su cui vantava un lungo e a dir poco oltraggioso possesso.


Dopo la successiva conquista di Malta avevo raggiunto quello che si poteva dire l'estensione naturale dei domini siciliani. C'era ancora molto da fare, magari eguagliare il mitico Ruggero mettendo piede in un'Africa sempre più indifesa, ma un destino avverso volle porsi a muro delle mie ambizioni. Nel corso della loro ascesa infatti gli Altavilla avevano accresciuto la propria autorità sui vassalli, fino a renderli così insofferenti della mia preponderanza da ribellarsi in continuazione, specie durante le prime campagne d'oltremare che sono dovute abortire per dover riportare l'ordine in una patria in preda alla confusione.


Tale instabilità poteva essere in parte risolta strappando i titoli ai sottoposti più intransigenti, ma qui entrò in gioco la seconda delle mie piaghe: un relativo indebolimento della dinastia. Il che in parole povere si traduceva in regni troppo brevi (per malattie o morti in battaglia), in rampolli non particolarmente brillanti per amministrare i numerosi possedimenti diretti e le invidie reciproche tra gli eredi che mi costringevano in ripetute e logoranti guerre di successione (dopo le quali potevo vedermi costretto a sacrificare il discendente migliore). E in mezzo a tutto questo non poteva mancare il terzo incomodo, ossia una Repubblica di Venezia che godeva delle mie sfortune per rubarmi ora Benevento, ora Bari, entrambe riconquistate non appena la tranquillità mi permetteva un'irresistibile riscossa contro questi mascalzoni.


Nell'anno 1400, la famiglia degli Altavilla ha ottenuto un punteggio di poco inferiore alla precedente campagna degli Ua Brian e il dominio su tutto il meridione italiano, Malta compresa. Il risultato però non mi soddisfa, mi sarebbe piaciuto prendere almeno la Sardegna o qualche territorio in Nord Africa, anche perché nei giochi Paradox cerco sempre di ottenere un risultato che sia in qualche modo migliore della controparte storica. Purtroppo l'instabilità del regno e della dinastia hanno inibito ogni ulteriore tentativo d'espansione.


Nella prossima campagna di Crusader Kings II sceglierò sicuramente uno dei tanti regni musulmani, che saranno giocabili grazie all'imminente espansione Sword of Islam, in uscita a fine mese e della quale non mancherò di dare il mio giudizio. Per ora è tempo di entrare nell'età moderna con Europa Universalis III...

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