giovedì 12 luglio 2012

Europa Universalis III - La dinastia Ming

Se Europa Universalis III ha potuto beneficiare di una quarta espansione lo si deve alla volontà degli sviluppatori (nonché ad un sondaggio lanciato sull'attivissimo forum Paradox Interactive) di approfondire le nazioni asiatiche, in particolare l'impero cinese e lo shogunato giapponese. Quale migliore occasione dunque per provare a gestire l'enorme dominio Ming, che nelle altre mie campagne finisce spesso per cadere in mille pezzi a causa dei fazionalismi a corte e i predoni che lo circondano?


Sono questi i due principali che deve affrontare il figlio del cielo. Il primo è costituito dalle orde mongole che di tanto in tanto hanno voglia di dilagare entro i nostri confini aumentando il malcontento e dando nei primi tempi parecchio filo da torcere alle nostre truppe. Poiché nelle meccaniche di Divine Wind i khanati accettano di fare pace soltanto con tributi o un riconoscimento d'onore, l'unico modo per ridurli all'impotenza (leggi strappargli territori) è quello di colonizzare le province occupate.


A patto ovviamente di avere la giusta fazione predominante, il secondo dei nostri grattacapi e purtroppo anche quello che non potremo mai eliminare del tutto. L'impero cinese è influenzato infatti da tre fazioni (eunuchi, burocrati e religiosi), ciascuna con dei limiti alle opzioni a nostra disposizione come dichiarare guerra, costruire o, nel caso delle ripetute scaramucce contro i mongoli, di colonizzare i loro territori. Esiste comunque un modo per influenzare le cricche, grazie agli slider del nostro assetto statale e anche i tratti del sovrano. Un governo mosso dunque dai più alti ideali, sebbene questo splendido isolamento non è destinato a durar per sempre. L'Occidente prima o poi inizia ad incombere e in mancanza di efficaci contromisure la catastrofe si annuncia inevitabile...


Nonostante le sue dimensioni la Cina dei Ming dopotutto appartiene alla classe orientale, la quarta di grado rispetto alle grandi potenze europee, il che rende la strada per la modernizzazione una priorità assoluta. Per farlo serve però un vicino occidentale, che può essere raggiunto eliminando la minaccia mongola (eunuchi) e dissuaso con il dispiegamento ai confini di un grande esercito (burocrati). Nel mentre possiamo continuare ad espanderci anche senza la facoltà di dichiarare guerra concessa dai religiosi (già, sono proprio loro a farlo). Come? Ma naturalmente alleandoci con i rivali delle nostre prede e partecipando con sommo piacere alle guerre che in mancanza della nostra amicizia non oserebbero mai lanciare per conto loro.


Verso la fine del XVIII secolo, la Cina ha ormai raggiunto il livello di sviluppo dei barbari dall'altra parte del globo e superato persino quello dei vicini (Boemia e Moscovia) che ci penseranno senza dubbio due o tre volte prima di muovere guerra contro un mostro in grado di scacciarli tranquillamente dall'Asia. L'Olanda, l'unico paese ad avere colonie nell'area in Indonesia e già sconfitto dal sottoscritto in Manciuria, è avvertito per il futuro.


La dinastia Ming del 1820 spazia dalla Birmania alla Manciuria, dall'Uiguristan al Vietnam, fino alla Corea e all'isola di Hokkaido. Avrei potuto fare sicuramente di più, ma giocando questa campagna ho preferito riservarmi un obiettivo più ambizioso (l'unificazione dell'Estremo Oriente) con un regno che già nella realtà storica ha ottenuto un risultato clamoroso: quella dinastia manciù che da sola ha saputo conquistare un regno immensamente più grande del proprio. Per il momento salutiamo l'età moderna, dove i paesaggi della Cina si sono già riempiti di numerose fabbriche a dimostrazione che la rivoluzione industriale è arrivata anche qui e proseguirà in Victoria II...

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