sabato 28 luglio 2012

The Conspirator

Inter arma enim silent leges (Le leggi tacciono in tempo di guerra) diceva Marco Tullio Cicerone per descrivere una situazione piuttosto comune nella storia, quando in nome dell'emergenza civile o nazionale il potere non esita a scavalcare le regole in modo talvolta abbastanza brutale. Questo è lo sfondo di The Conspirator, film di Robert Redford sul processo contro Mary Surratt, la quale avendo come colpa quella di aver ospitato un gruppo (di cui suo figlio faceva parte) coinvolto nell'assassinio del presidente Abraham Lincoln senza conoscerne le reali intenzioni, viene condannata a morte perché un'assoluzione sarebbe potuta sembrare un atto di debolezza da parte del governo.
Non sono poche le analogie tra questo film e ciò che l'America si era da poco lasciata alle spalle con l'era Bush. Lo svolgimento è tuttavia abbastanza convenzionale: il governo cattivo e irriducibile a cui si oppone un giovane avvocato idealista che dopo l'iniziale scetticismo si convince dell'innocenza della donna e della posta in gioco dietro quella che è sostanzialmente un'ingiusta forzatura della legge. Peccato solo che il protagonista non brilli di particolare carisma e non riesca a farci appassionare ad una vicenda che verso la fine si trascina quasi stancamente. Sufficiente.




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