lunedì 10 settembre 2012

Torta Prometeo





E, così, inizia questa nuova avventura! È ora di scrivere il mio primo articolo: Il Prometeo incatenato di Eschilo in tutte le sue versioni e rimaneggiamenti. Sono entusiasta! Vorrei fare bella impressione, non sfigurare tra gli articoli di politica estera e cinema, iniziare con un articolo colto, che colpisca gli intellettuali e prenda anche chi, al solo pensiero delle tragedie greche, si addormenta. Perché no, magari risvegliare anche degli interessi assopiti o ignorati.
Parto da una tesina che avevo scritto per l’università. Taglio, adatto, sposto, spiego quello che avevo solo accennato, elimino le parti noiose… Leggo e rileggo. No, c’è sempre qualcosa che non va. Non riesco proprio ad esprimere quello che voglio nelle battute pattuite! Che rabbia! E io che ero così entusiasta di questa avventura e di questo articolo! Proprio non riesco a godermi la scrittura e il raccontare! È un periodo in cui ho i nervi a fior di pelle e avrei proprio bisogno di dedicarmi alle cose che amo! Sale la rabbia, il cervello ormai si rifiuta di aggiustare il testo. Basta, chiudo il pc! Ho bisogno di sfogarmi, ora! Ho scoperto da poco che raggiungo la catarsi cucinando, per la gioia di fidanzato, amici e vicini di casa.

Eccomi quindi, partita con i miei occhialetti da professorina, a cercare nel frigo ingredienti che possa far diventare una torta, un dolce. Un’occhiata alle ricette di Giallozafferano, la mia “Bibbia”, e trovo quella giusta: Torta di Ricotta e Pere! La farò, ma a modo mio.
Tolgo un ingrediente, aggiungo un’altra cosa. Inizio. Mescola, pesa, setaccia, monta le uova e magicamente, mentre sotto gli occhi nasce qualcosa di nuovo, viene creato qualcosa che prima non c’era (ma in senso greco, non cristiano, cioè modificando ciò che c’è, non facendo “apparire” qualcosa ex novo) la tensione sparisce, il volto si rilassa. Inforno, rassetto e sono in pace col mondo.

La catarsi è rito per purificarsi da una contaminazione, è liberatorio da ciò che ci affligge. Oggi avremmo tutti bisogno di piccoli momenti catartici per liberarci dal “logorio della vita moderna”, a volte basta veramente poco, come far diventare uova+farina+burro+altro-a-scelta un dolce, altre ci vuole la catarsi attraverso il Bello (sempre memore dei Greci), come il teatro greco o l’arte in generale. Ma c’è bisogno di una valvola di sfogo. Per voi qual è? Avete trovato la vostra? Cercatela!

Bene, ora posso tornare a lottare con Prometeo, quello “serio”. E la prossima volta, se la mia Torta Prometeo è venuta bene, vi dirò la ricetta, dopo avervi parlato di Eschilo però!

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