giovedì 1 novembre 2012

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: il ladro di fulmini


Tratto dall’omonimo romanzo di Rick Riordan, Percy Jackson e gli dei dell’olimpo: il ladro di fulmini, è il primo episodio di quella che da tutti è considerata la nuova saga in stile “Potteriano”. Distribuito dalla 20th Century Fox e diretto da Chris Columbus (Harry Potter e la pietra Filosofale ed Harry Potter e la Camera dei Segreti) con Logan Lerman nel ruolo di Percy Jackson, negli USA , contro ogni aspettativa, è risultato vincente e sorprendentemente soddisfacente stando alle risposte del pubblico.                                                                                                                                            
Una guerra tra dei e la scoperta della propria straordinaria natura di Semi-dio fanno da sfondo all’ ennesimo fenomeno costituito da effetti speciali e spettacolari scene d’ azione dove l’intreccio narrativo non è certo somigliante , anche se soggetto a continui ed eccessivi confronti, con quello dell’universo Rowlingiano.                                                                                                                                      
Il macro genere epico-mitico è solo uno dei livelli narrativi nel quale due intrecci rendono la pellicola adatta ad un pubblico vasto: se da un lato infatti la storia è inscritta intorno al furto del fulmine di Zeus dall’ altra abbiamo la scoperta, le difficoltà e le debolezze di un giovane che scopre di non essere“normale”avendo poteri importanti derivanti dal fatto di esser figlio del dio dei mari Poseidone . In ultima analisi è da considerare un film riuscito ma senza alcuna pretesa: figlio dei tempi ed assolutamente carente di un significato profondo, la banalizzazione della sfera epica, mitica e culturalmente ne fa assolutamente da padrone. I simboli e i significati su cui tale mitologia si fondava risultano snaturati e piegati a logiche squisitamente commerciali. E’un film, dunque, per il sabato pomeriggio ma nulla più, si goda per la spettacolarità e per l’azione sufficientemente articolata ma non si ricerchino grandi temi o grandi strutture diegetico-narrative. Elemento da segnalare è l’ accompagnamento musicale: completamento e a volte vero e proprio commento delle situazioni sceniche. La musica è parte integrante e ben assortita del tutto risultando ben inserita nel l’universo contestuale del film. . Il suono dunque dal rumore, al dialogo, al commento risultano esser appositamente inserite nel rispetto del rapporto antecedente-conseguente.


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