mercoledì 7 novembre 2012

Visto per voi: Costantino 313 d.C.





Domenica, sotto una pioggia scrosciante, sono andata a vedere una mostra: Costantino 313 d.C. che si svolge dal 25 ottobre 2012 al 17 marzo 2013 presso Palazzo Reale a Milano. La mostra è curata da Gemma Siena e Paolo Biscottini e vanta un ricco elenco di prestigiosi promotori, collaborazioni e prestatori.

Va detto che la campagna promozionale di questa mostra è minima, anche perché la tipologia e la tematica, comunque sia, non sono di grande richiamo sul vasto pubblico. Si tratta, infatti, di una mostra storico-archeologica che ripercorre le vicende storiche che portarono all’editto di Costantino, la multiculturalità e tolleranza di quel periodo e sottolinea il ruolo fondamentale di Elena, madre di Costantino, nella storia. L’apparenza è, quindi, quella di una mostra per specialisti (leggi: un “polpettone” enorme).

In realtà, invece, è una mostra molto ben fatta. I prestiti sono importanti, con il giusto numero di pezzi, belli ed interessanti, che vanno da reperti archeologici, dipinti rinascimentali, arazzi seicenteschi e manufatti metallici antichi. Personalmente mi sarei aspettata di trovare più oggetti metallici, tipici della Milano del I secolo d.C., ma si trattava di un mio preconcetto, che non toglie assolutamente valore alla mostra. I pannelli esplicativi sono concisi, chiari ed esaurienti. Forse qualche pannello in meno aiuterebbe la fluidità della fruizione, ma d’altro canto, la specificità dell’argomento necessita di esaurienti spiegazioni.

Ciò che colpisce è l’apertura mentale e la “contemporaneità” dell’editto. Come al solito ne avremmo da imparare dagli antichi…

«Quando noi, Costantino Aŭgusto e Licinio Aŭgusto, felicemente ci incontrammo nei pressi di Milano, e discutemmo di tutto ciò che attiene al bene pubblico e alla pubblica sicurezza, questo era quanto ci sembrava di maggior giovamento alla popolazione, soprattutto che si dovesse regolare le cose concernenti il culto della divinità, e di concedere anche ai cristiani, come a tutti, la libertà di seguire la religione preferita, affinché qualsivoglia sia la divinità celeste possa essere benevola e propizia nei nostri confronti e in quelli di tutti i nostri sudditi. Ritenemmo pertanto con questa salutare decisione e corretto giudizio, che non si debba vietare a chicchessia la libera facoltà di aderire, vuoi alla fede dei cristiani, vuoi a quella religione che ciascuno reputi la più adatta a se stesso.»

Spiace, però, che non ci siano riduzioni, tranne che per gli studenti. Avendo lavorato nell’organizzazione di mostre, so bene quanto sono alti i costi per mettere in piedi un prodotto di qualità come questo. Non dico, quindi, che tutte le mostre dovrebbero essere sempre gratuite per tutti. Credo, però, che incentivare anche gli adulti possessori della tessere del supermercato “tal dei tali” o della libreria “xy” con un biglietto ridotto, anche di poco, sarebbe, in fin dei conti, solo un incentivo a visitare una mostra che non è di grande richiamo sul vasto pubblico.
Nella mostra ci sono anche molteplici riferimenti a luoghi storico-archeologici di Milano poco noti o ignorati. Perché non impostare una campagna promozionale che incentivi la visita di questi luoghi con la mostra? Delle visite guidate a prezzi ridotti per chi visita la mostra o viceversa, delle “domeniche di Costantino” in cui a tappe viene visitato volta per volta uno di questi luoghi o… chi più ne ha più ne metta?

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