martedì 12 febbraio 2013

Nigeria, Pakistan - Morire per un vaccino

Nel nord della Nigeria lo scorso 8 febbraio un gruppo di volontarie Unicef stava raccogliendo i bambini dei villaggi per somministrargli il vaccino per l'antipolio, una malattia virale che un tempo causava delle gravissime paralisi negli arti ma grazie ai progressi della medicina è quasi scomparsa dal globo tranne in Pakistan, Afghanistan e in quest'angolo remoto dell'Africa.
Delle moto improvvisamente avvicinano il centro medico e parte una scarica di colpi di arma da fuoco che semina il panico tra la gente. A terra rimangono dodici operatori sanitari, di cui nove donne, mentre i centauri se ne vanno indisturbati a caccia di nuovi bersagli. Chi ha voluto dichiarare guerra ai vaccini?

È una storia di superstizione e sospetto che oppone i fondamentalisti islamici all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e all'Unicef. Superstizione perché gli imam e i religiosi più radicali credono che i vaccini siano uno strumento dell'Occidente per avvelenare o sterilizzare i bambini in modo da decimare le popolazioni musulmane. Sospetto perché non appena si parla di iniziative sanitarie di questo tipo subito rimbalzano le voci di quel medico pachistano di nome Shakeel Afridi (condannato nel suo Paese a trent'anni di carcere per alto tradimento), che con la scusa di una campagna contro l'epatite avrebbe prelevato il DNA della famiglia di Osama bin Laden per conto del "Grande Satana americano", aiutandolo a scovare leader di al-Qaeda nel suo rifugio di Abbottabad.
L'episodio nigeriano è solo l'ultimo di una lunga serie di atti ostili iniziata nel 2003 che vede la setta del Boko Haram come uno dei principali mandanti degli attacchi in Africa contro gli operatori sanitari. Alcune settimane fa anche il suolo pachistano era stato insanguinato da decine di morti tra i volontari, complice l'impotenza delle autorità che talvolta condividono il dubbio sull'effettiva buonafede delle ong. Non stupisce perciò che in un atmosfera così pesante l'Oms abbia sospeso temporaneamente le vaccinazioni in territorio pachistano.
Le conseguenze di questa lotta tra la superstizione e la medicina è più che evidente: in Pakistan negli ultimi anni si sono avuti centinaia di casi di poliomelite; in Nigeria la malattia è ricomparsa anche negli stati confinanti come Ghana, Burkina Faso e addirittura fino in Namibia. A pagare il prezzo più grande dei bambini che continuano ad ammalarsi e probabilmente non capiscono neppure perché ce l'abbiano così a morte con quei dottori arrivati fino ai loro villaggi sperduti solo per aiutarli...

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