martedì 2 aprile 2013

The Walking Dead - Stagione 3


Si può tornare a vivere civilmente in un mondo popolato da zombie? Certo, a patto diavere delle solide mura, un mucchio di armi ed essere guidati da un uomo pieno di carisma e di una follia pronta ad esplodere da un momento all’altro. La descrizione in fondo potrebbe calzare tanto per l’ex sceriffo Rick Grimes che per il Governatore, nuovo antagonista della terza stagione di The Walking Dead. Ciò per cui combatteranno stavolta i personaggi infatti non sarà esclusivamente la salvezza da una massa di cadaveri affamati, ma l’astuta ferocia dei loro stessi simili.
Dopo aver abbandonato la fattoria di Hershel, il gruppo di Rick decide di prendere dimora nientemeno che in una prigione. Non sarà il Grand Hotel, ma con tutte quelle recinzioni, filo spinato e porte rinforzate non potrebbe essere luogo più sicuro per difendersi da esseri che riescono a malapena a trascinarsi. Rick e i suoi non sanno però che nei dintorni esiste una piccola cittadina di nome Woodbury, un angolo quasi immacolato dall'orrore in cui è sprofondato il resto del mondo. La mitezza dei suoi abitanti e i giardini ben curati vengono assicurate dal Governatore, un uomo che dietro la sua affabilità già nasconde il seme di pulsioni violente e distruttive che saranno messe a dura prova al momento di scontrarsi con Rick, il quale ne uscirà insieme a lui profondamente traumatizzato. 
La stagione che si è conclusa in questi giorni su Fox riprende il tema principale dell’opera introdotto nel corso di quella precedente- ossia che genere di rapporti sociali possono instaurare le persone tra loro in una situazione di costante minaccia – e lo sviluppa su un gradino più alto. Adesso non si tratta di capire solo la convivenza all'interno di un gruppo che vive sotto lo stesso tetto, ma di due comunità ben definite come la prigione e Woodbury, che vista la situazione purtroppo non saranno molto tentate d’imbracciare la via della diplomazia.
Il cast vede l’aggiunta di un paio di figure importanti (Michonne e il Governatore) e l’inevitabile uscita di scena di qualche veterano che non starò qui a specificare. La qualità della produzione si mantiene su un buon livello grazie anche all'espediente della guerra tra sopravvissuti che aggiunge un tocco di varietà al consueto massacro di carne deambulante. Da segnalare comunque una parte finale leggermente in sottotono e prevedibile, sintomo di un'ideativa che comincia ad essere in affanno e la cosa è anche normale al saldo tre stagioni. Non ci resta che confidare nella bravura degli autori per il prossimo autunno. 




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