mercoledì 17 aprile 2013

Videogiochi - Dishonored, la verità è solo nelle nostre mani

Dunwall, una città dove la verità è avvolta da trame fitte come il fumo delle sue ciminiere. La storia di Dishonored, videogioco sviluppato da Arkane Studios per PC, PlayStation 3 e Xbox 360 si apre con una tragedia che si trasforma subito in menzogna quando veniamo accusati ingiustamente di aver ucciso la nostra amata imperatrice.
Scampato alla morte per un soffio il nostro personaggio, la fedele guardia Corvo Attano, si troverà a combattere per il proprio riscatto che saremo noi a decidere se sarà scavato nel solco della giustizia o in quello della vendetta.


L'aspetto che mi ha colpito fin da subito in questo gioco è l'atmosfera steampunk (o per essere più precisi dieselpunk essendo l'industria di Dunwall fondata sull'olio di balena), in cui la bellezza a tratti sfavillante di costumi ed architetture viene continuamente offuscata dalla freddezza di macchinari e vapori. Si ha veramente la sensazione di vagare per un mondo che un un tempo doveva essere glorioso prima che la malattia e il colpo di Stato seguito al nostro arresto lo trasformassero in una desolazione cupa e mortale.
Per combattere la nostra guerra Corvo avrà a disposizione sia armi convenzionali come pistole, balestre o spade che poteri magici legati ad un culto di tale Esterno proibito dal governo. Le magie vanno dagli attacchi offensivi come uno sciame di topi o un ciclone a strumenti più tattici, ad esempio il controllo del tempo o visuale in grado di attraversare le pareti.
Per apprendere/potenziare i nuovi poteri sarà necessario trovare delle rune nascoste nei vari livelli. Essendo di numero limitato bisognerà valutare bene cosa scegliere, riflettendo magari il nostro approccio verso il nemico (violento o incruento) che condizionerà anche il finale. Personalmente ho scelto di non fare un massacro, cosa che oltre ad aver maggior coerenza con la vicenda accresce di molto la longevità del titolo in quanto costringe a muoversi come in uno stealth.
Dal punto di vista tecnico Dishonored se la cava egregiamente, soprattutto per i modelli dei personaggi e certi ambienti tra cui Villa Boyle fascinosi come vorrebbe essere Dunwall. Magari sarebbe stata gradita una maggiore interattività con gli ambienti.
Il sonoro è nella media con dialoghi che si fanno ora interessanti, ora irritanti dopo aver sentito le guardie ad ogni livello ripetere fino allo sfinimento "Andrà peggio?" "Credo proprio di sì!"  La longevità è buona, specialmente se vorrete essere delle ombre che non lasciano traccia né versano una goccia di sangue.
A conti fatti Dishonored è uno sparatutto di buon livello che guarda a mostri sacri come Deus Ex o BioShock, con i quali condivide la possibilità di cambiare stile di gioco ad ogni partita (anche per ottenere una conclusione diversa dalla precedente) e un'atmosfera dal fascino tutto suo restando però un gradino al di sotto dei due capolavori sopracitati.
Per chi fosse interessato a provarlo o lo conosca già approfitto per segnalare che da pochi giorni è uscita la prima espansione single-player Knife of Dunwall che ci farà vestire i panni di uno dei veri assassini dell'imperatrice. Consigliato






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