giovedì 2 maggio 2013

Stati Uniti - A cinque anni uccide la sorellina col suo "primo fucile"


Chi si sognerebbe mai di regalare un fucile ad un bambino? In America succede, signori miei, ed esiste persino un’industria che per venire incontro al gusto dei più piccini le decora e colora come dei giocattoli che quando sparano però non offendono meno di quelle dei grandi. E talvolta uccidono com’è successo nel lontano Kentucky, antica terra di frontiera e di orgoglio un po’ incosciente che ha spinto la mano di un genitore ad armare per gioco quella del figlio di cinque anni, il quale sempre per gioco ha sparato con il suo Crickett alla sorellina di due (Caroline) e purtroppo per lei la morte non volle stare allo scherzo.  

Questa storia deve essere un gran smacco per il presidente e la sua lotta contro le armi che aveva fatto versare tante lacrime, unendo il popolo in una sola voce per dire basta ad un commercio a lungo fuori controllo. A parole la strada pareva spianata e anche le Nazioni Unite con il loro trattato sulle armi fresco di convalida ne aveva dato di vento in poppa alla causa. Ma non appena si era smorzata la commozione e con essa la guardia, i seguaci del grilletto profittando anche dell’infamia di chi aveva guastato la festa a Boston tornarono alla riscossa per dare battaglia contro Obama.
La resa dei conti in Senato infatti non andò bene alla Casa Bianca e per una manciata di voti le leggi su un maggior controllo nella vendita di pistole furono rispedite al mittente. Il presidente stesso si vergognava di questa nera giornata e annunciava che non si sarebbe arreso, tanto meno di fronte al coro che lo accusa di ledere un diritto pari al voto o alla libertà d’espressione. Il dibattito dunque riprende tra i soliti tira e molla che finiranno chissà quando, mentre bambine come Caroline o il suo fratellino (e sono tanti) prima ancora di saper contare o aver idea delle proprie azioni si rendono protagonisti d’inconsapevoli tragedie.

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