domenica 23 giugno 2013

L'Uomo d'Acciaio tra modernismo e nostalgia

Dimenticatevi lo sfortunato Superman Returns e tenete invece ben a mente il primo storico episodio di Richard Donner quando andrete a vedere l'Uomo d'Acciaio. Questo Reboot, uscito nelle sale il 20 giugno, rende omaggio al grande classico di 35 anni fa.
Zack Snyder è l’uomo al timone di questa rinascita cinematografica, un’impresa che, nonostante i buoni propositi di partenza, appare molto distante da quella di Christopher Nolan per Batman: iperrealismo ed equilibrio saranno solo un dolce ricordo.




Nolan, che ne ha curato il soggetto e la produzione ha dichiarato: “Il pubblico riconoscerà come familiare il ritratto che il film fa di Superman come grande supereroe e anche se in alcuni momenti della sua storia appariva una figura impenetrabile, quasi come quella di un dio, noi l’abbiamo delineato come un personaggio più vicino a noi, che affronta problemi come l’amore, la lealtà e la famiglia, proprio come se fosse umano lui stesso”.
Ma questa verisimiglianza tracciata sarà comunque secondaria rispetto alle straordinarie capacità di Superman nello sconfiggere il terribile generale Zod. Il film infatti è in realtà l’espressione di un’estetica molto più brutale e vigorosa senza la ricerca ossessiva di un realismo che per Superman non può essere protagonista: sarà l’avvenenza del suo regista Zack Snyder a prendere il sopravvento.
L’Uomo d’Acciaio è si un racconto di origini ma è evidente il tentativo di modernizzare l’episodio del 1978 ampliandone gli orizzonti e le tematiche sempre tenendo conto di quella naturale nostalgia per il film di Donner. La nostalgia, il rispetto per l’icona e la determinazione nel creare allo stesso tempo qualcosa di nuovo si sono fuse in una estetica vibrante, dal ritmo intenso.


Uniche note stonate di questo complesso di emozioni riguardano un paio di scelte fuori luogo già viste in altri film: dall’apocalisse immaginata stile Terminator, con Superman che affonda in una valle di teschi con un’altalena distrutta sullo sfondo e grattaceli in rovina, a uno design delle tute degli uomini di Zod molto simili a quelle degli ingegneri nella serie Alien. Diciamo che un po’più di creatività da questo punto di vista non avrebbe certamente guastato.


Nessun commento:

Posta un commento