Checco Zalone gioca alla vita è bella. Arriva Sole a
Catinelle.
L’Italia della crisi, il paese che sta dimenticando in
fretta la spensieratezza del finto benessere anni novanta e duemila e le
rispettive rappresentazioni cine-panettoniane è oggi quella di Checco Zalone.
Sole a Catinelle, uscito il 31 ottobre.
Terza
pellicola del comico pugliese dopo Cado dalle nubi e Che bella giornata, Sole a Catinelle è la storia dei padri di
oggi e di come si possa trasformare una situazione difficile come la crisi in
una sorta di pretesto per ilarità e stravaganza. Papà Zalone (ha dedicato il
brano musicale conclusivo a sua figlia Gaia di otto mesi) si ritroverà costretto a superare
ogni tipo si difficoltà economica per far vivere a suo figlio, che ha preso
tutti dieci a scuola, una vacanza indimenticabile.
Checco Zalone, none d’arte di Luca Medici, ha subito un sostanziale mutamento, specie
con l'uscita del suo primo lungometraggio perdendo le marcate origini pugliesi
e acquisendo un accento e uno stile nettamente più italiano, questo fattore ha
determinato una maggiore comprensione a livello nazionale che gli è valso un
grande successo. Ma chi è Zalone nell’immaginario italiano di oggi? E’ il
precario, è il figlio cresciuto fino a quarant’anni con mamma e papà, è il figlio della flessibilità e della crisi
stessa. Zalone con la sua semplicità è il frutto del ventennio berlusconiano
che lo hanno trasformato in una sorta di inguaribile ottimista, bloccato tra il
tiramo a campà e “La vita è bella”.
Un pioniere di una nuova generazione di
comici che di fatto è pronta a raccontare un'Italia diversa rispetto ai suoi
predecessori cine-panettoniani. Il benessere espresso nei suoi film non è più
quello legato al denaro ma all’arte di arrangiarsi e di adattarsi a ogni sorta
di situazione arrivando a sforzarsi nella ricerca della felicità.
La vacanza del figlio sarà quindi l’occasione per Zalone di
prendere in giro l’Italia precedente e che non c’è più. Il bambino del film non
è altro che il nostro sguardo ingenuo che ci ha offuscato in tutti questi anni
di non crescita. Con una gran quantità di risate questo comico dei nostri tempi
riuscirà (il titolo in questo senso sembra preannunciarlo) a riempire quei
vuoti e quel desiderio di spensieratezza non frutto della ricchezza ma dell’accettazione di una condizione
transitoria. Sole a Catinelle non fa che aumentare quell’immedesimazione del
grande pubblico che, in un certo senso, finisce letteralmente per sentirsi
Checco Zalone e che aspira a quella leggerezza e a quella irriverente sagacia.
Non più quindi furbizia e cialtroneria ma innata capacità di adattamento.
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