domenica 12 gennaio 2014

Public Eye Awards 2014. Il contest ambientale di Greenpeace

In questi giorni Greenpeace ha lanciando l'edizione 2014 di un interessante sondaggio per scegliere qual'è la peggiore azienda dell'anno in tema di politiche ambientali e sociali. Il concorso chiamato Public Eye Award è nato nel 2000 e l'anno scorso aveva incoronato come dubbio vincitore la Shell. Il voto del 2014 avrà invece termine alla fine del mese e tocca paesi di cui anche qui nella Tana abbiamo già avuto modo di occuparci in passato.


"Il Public Eye Award viene assegnato ogni anno all'azienda che si è contraddistinta per la sua irresponsabilità sociale e tu oggi hai l'opportunità con il tuo voto di contribuire all'assegnazione dell'anti-premio più riconosciuto. Questo "Worst Prize" viene consegnato fin dal 2000 durante il World Economic Forum (WEF) di Davos, in Svizzera. Nominate da una giuria indipendente, le aziende candidate si sono macchiate di vergognosi crimini ambientali o violazioni dei diritti umani"

Qui di seguito gli otto concorrenti con le relative motivazioni sul dubbio onore di essere stati scelti: 

- Syngenta, Bayer, BASF: sono industrie di pesticidi che uccidono insetti come le api, le quali hanno un ruolo fondamentale per l'ambiente e l'agricoltura. Nonostante nell'ultimo anno alcuni dei loro prodotti sono stati banditi dall'Unione Europea, le compagnie hanno fatto ricorso a questa decisione negando di fatto gli effetti dei loro pesticidi;

- Gazprom: sono dei pionieri delle compagnie petrolifere, nel senso che sono stati i primi ad aver installato una piattaforma offshore nell'Artico. I piani della compagnia - che si rifiuta peraltro di rendere pubblici - d'iniziare ad estrarre petrolio nell'area sono contestati per i potenziali effetti negativi arrecati all'ambiente artico e non solo;

- Glencore Xstrata: si tratta della più grande azienda che commercia risorse come carbone, petrolio, rame, zinco e molto altro. Le attività minerarie della Glencore finiscono però spesso con lo stravolgere le comunità locali, costringendole a lasciare le loro terre. L'azienda è inoltre accusata di contaminare l'acqua e la terra circostanti contaminate, di evadere in molti casi le tasse - provando i paesi dove lavorano di importanti entrate fiscali - e di azioni intimidatorie verso chiunque protesti;

- Marine Harvest: è il più grande allevatore di salmoni che dalle sue parti si presenta come rispettoso dell'ambiente, mentre all'estero come in Cile si sono macchiati di gravi responsabilità ambientali e di cattivi standard di lavoro e di tutela della salute a causa dell'inquinamento diffuso. Come se non bastasse le zone inquinate vengono trascurate a tal punto da essere state ribattezzate dei 'cimiteri ecologici';

- Eskom: impresa sudafricana di proprietà statale che fornisce energia al paese con una ventina di centrali a carbone, una risorsa già di per sé altamente inquinante. Le fabbriche sono situate in aree per le quali non sono compatibili con i giusti requisiti di sostenibilità ambientale, ma i dirigenti hanno provato a giustificare, o meglio ad ignorare, queste mancanze dicendo che non hanno abbastanza fondi; 
- Fifa: il prossimo campionato mondiale di calcio in Brazile ha creato non pochi problemi a chi viveva nei pressi dei nuovi cantieri. Centinaia di persone sono state costrette a lasciare le loro abitazioni, mentre la stessa FIFA con l'istituzione di due chilometri di zona d'esclusione intorno alle strutture sportive ha limitato il movimento di persone e di merci, soprattutto delle fasce più poveri che non potranno di conseguenza beneficiare in alcun modo dell'evento. Ogni tentativo di ribellione viene ferocemente represso;

- Gap: nonostante i numerosi incidenti nelle fabbriche tessili abbiamo spinto numerose aziende che producono nel paese a sottoscrivere l'Accordo sulla sicurezza degli edifici e degli incendi, il colosso Gap ha rifiutato di aderire a queste condizioni studiando un contratto alternativo con altri giganti come Walmart, che però viene giudicato insufficiente;

- HSBC: il gruppo, uno dei più importanti a livello finanziario e bancario, ha attività in tutto in mondo. La sua presenza in paesi come Malesia o Liberia ha attirato l'attenzione per il suo sostegno al produttore di olio di palma Wilmar International, responsabile di espropriazioni di terre e gravissimi danni ambientali.





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