lunedì 2 gennaio 2012

La città proibita

Solo nel corso dell'ultimo decennio la Cina si è resa conto di quanto potesse essere attraente la propria tradizione. E che ha tutte le potenzialità per combattere ad armi pari l'immaginario collettivo occidentale. Il cinema è uno dei campi di battaglia in cui il Paese di Mezzo sta dando il meglio di sé, grazie anche a registi affermati a livello internazionale come Zhang Yimou (Hero, La foresta dei pugnali volanti).
La città proibita (il titolo originale La maledizione del fiore d'oro sarebbe stato però molto più suggestivo) è un altro esempio della straordinaria potenza visiva del cinema cinese. Lo sfondo è quello di una ribellione contro l'Imperatore durante il periodo delle Cinque Dinastie e Dieci Regni (X secolo), che vede coinvolti gli stessi familiari del sovrano fino ad un epilogo degno di un dramma epico.
Vedere questo film è uno spettacolo. I costumi, gli interni, le coreografie e le scene di massa sono qualcosa che lasciano a bocca aperta e suscitano ammirazione per una cultura così elaborata, dove ogni elemento e gesto fanno parte di uno schema che dovrebbe riprodurre e dunque rispettare l'ordine naturale delle cose. Un genere come quello epico-drammatico non può che sposarsi benissimo con una simile ebbrezza visiva e, aggiungerei, la sensuale bellezza di Gong Li può definirsi tranquillamente un ulteriore valore aggiunto. Magnifico.



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