giovedì 29 marzo 2012

Myanmar elettorale o quasi


Il momento lungamente atteso è dunque giunto: domenica 1 aprile in Myanmar (Birmania per gli amici occidentali) si terranno le elezioni suppletive dove parteciperanno finalmente anche i partiti di opposizione. Di solito preferisco parlare delle elezioni una volta che si è conosciuto il risultato, ma in questo caso sarebbe piuttosto inutile visto che ad essere eletti saranno appena 40 deputati dei 440 totali alla camera bassa e ben 6 seggi degli oltre 200 della camera alta. Le consultazioni infatti serviranno principalmente a tappare i buchi lasciati vuoti da chi ha assunto incarichi di governo, niente di così decisivo insomma.
Detto così l'evento non sembra proprio una grandissima rivoluzione e in effetti ce ne vorrà ancora per scalzare l'onnipotente giunta militare e il suo braccio politico, il Partito della Solidarietà e Sviluppo, dalle sale del potere. Ma è comunque un'inizio e fa ben sperare l'eventuale disponibilità del governo birmano ad accogliere osservatori sia dell'Asean che da parte dell'Occidente. E questa volta potrebbe esserci posto anche per il premio Nobel Aung San Suu Kyi, la quale si è talmente impegnata in questa sorta di rivincita politica da essere costretta ad interrompere temporaneamente la campagna elettorale per motivi di salute. Confermando tuttavia la sua reputazione di Orchidea di Ferro ci ha tenuto a ricomparire qualche giorno dopo il riposo forzato per accendere nuovamente l'entusiasmo dei suoi sostenitori. Del resto la strada per il vero appuntamento, quello delle elezioni generali del 2015, è stata appena tracciata.

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