Il protagonista più che interrogarsi sui dubbi della propria missione è semplicemente dominato da un terrore che scatena in lui delle fughe isteriche, se non infantili, fino a vagare in solitudine per Roma dove avrà modo di confrontarsi con il carico di frustrazioni che ne ha determinato l'assurda condotta. Non che il resto dei personaggi sia da meno, come si vede nella piega che prende il collegio cardinalizio con il suo torneo internazionale di pallavolo organizzato da uno psicanalista quasi nevrotico. Un mondo insomma accomunato dall'ansia e dall'insicurezza di cui il papa fuggiasco non è che l'espressione più radicale e sofferta. Discreto.
Una piccola vetrina su politica, cinema e videogiochi. Venite viandanti della rete, ascoltare non ha prezzo.
venerdì 20 aprile 2012
Habemus Papam
Questo Habemus Papam di Nanni Moretti mi aveva incuriosito non poco, anche se ho avuto occasione di vederlo solamente pochi giorni fa. A stuzzicarmi era soprattutto l'idea di mostrare la figura papale in un'umana e comprensibilissima paura dell'enorme responsabilità che attende chi è stato eletto al soglio, anche se le mie aspettative su questo film erano diverse da quello che ho trovato alla fine. Eppure conoscendo lo stile di Moretti non mi sarei dovuto sorprendere più di tanto.
Il protagonista più che interrogarsi sui dubbi della propria missione è semplicemente dominato da un terrore che scatena in lui delle fughe isteriche, se non infantili, fino a vagare in solitudine per Roma dove avrà modo di confrontarsi con il carico di frustrazioni che ne ha determinato l'assurda condotta. Non che il resto dei personaggi sia da meno, come si vede nella piega che prende il collegio cardinalizio con il suo torneo internazionale di pallavolo organizzato da uno psicanalista quasi nevrotico. Un mondo insomma accomunato dall'ansia e dall'insicurezza di cui il papa fuggiasco non è che l'espressione più radicale e sofferta. Discreto.
Il protagonista più che interrogarsi sui dubbi della propria missione è semplicemente dominato da un terrore che scatena in lui delle fughe isteriche, se non infantili, fino a vagare in solitudine per Roma dove avrà modo di confrontarsi con il carico di frustrazioni che ne ha determinato l'assurda condotta. Non che il resto dei personaggi sia da meno, come si vede nella piega che prende il collegio cardinalizio con il suo torneo internazionale di pallavolo organizzato da uno psicanalista quasi nevrotico. Un mondo insomma accomunato dall'ansia e dall'insicurezza di cui il papa fuggiasco non è che l'espressione più radicale e sofferta. Discreto.
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