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giovedì 19 aprile 2012
L'affanno della politica
C'è una guerra in corso nelle democrazie occidentali, una guerra molto atipica visto che ad affrontarsi non sono due eserciti in carne ed ossa, ma due scienze come la finanza e la politica. Non si tratta proprio uno scontro ad armi pari, poiché uno dei contendenti (la politica) ha tempi e modalità decisamente più lenti dell'altro (la finanza). Col risultato che il governo fatica a correggere le storture lasciate dal frenetico passaggio dell'avversaria e allo stesso tempo la rapidità nonché il peso degli interventi accrescono a livelli insostenibili l'insofferenza sociale.
Ma uno sviluppo del genere è inevitabile per un esecutivo che si preoccupa soprattutto di tranquillizzare il sistema bancario-finanziario, che nella sua ricerca sfrenata del profitto non solo ha scatenato l'attuale crisi economica ma è diventato talmente complesso e volatile (buona parte delle operazioni finanziarie sono svolte ormai da sistemi automatizzati che superano la capacità di elaborazione umana) da essere quasi inafferrabile.
Al confronto la politica, con i suoi iter parlamentari lunghi e combattuti, sembra una tartaruga che insegue una saetta. E ancora peggio si muove la società che si vede continuamente caricata di tasse e di riduzioni dello stato sociale che magari sono ormai insufficienti per un andamento già superato dello spread o del rating. E fino a quanto potrà la politica, e con lei la società, reggere questa competizione? Il trionfo della finanza non è proprio il risultato su cui valga la pena scommettere...
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