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sabato 19 maggio 2012
Il gigante inginocchiato
Nonostante la gravità del suo dramma il Congo non fa molta notizia, neanche fosse uno dei tanti microstati africani di cui si fatica persino a ricordare il nome o a individuarlo sulla mappa. Invece è uno dei paesi più grandi del continente, ma anche uno dei più fragili visto che si piazza direttamente all'ultimo posto dell'Indice di Sviluppo Umano. Un gigante in ginocchio appunto.
Del resto nel Congo è difficile individuare una minima coesione del suo enorme tessuto sociale, che si guardi alla cultura, alla lingua o anche in aspetti più pratici come le infrastrutture e i trasporti. Una frammentazione del genere non può che scatenare divisioni che rendono la politica un covo di faziosità, ma a volte sfociano pure in atti di feroce violenza come la guerra che sta insanguinando la ragione orientale del Kivu, dove gli hutu e i tutsi fuoriusciti dal vicino Ruanda lottano tra loro e contro il governo di Kinshasa per il controllo dell'area. Tutto ciò a spese di una popolazione che deve rifuggire gli stupri, i saccheggi e vede i suoi bambini partecipare al massacro in veste di piccoli soldati reclutati da questo o quel signore della guerra.
Si calcola che in vent'anni di guerriglia i morti abbiano superato quota 6 milioni, oltre l'equivalente di uno stato scandinavo come la Finlandia o la Danimarca. Merita davvero tutta questa disattenzione?
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