mercoledì 2 maggio 2012

Il mal di testa dopo la festa


C'è chi passa il Primo Maggio al Concertone, chi lo considera un momento come un altro per ritrovarsi con familiari e amici e chi, più riflessivo, lo usa per riflettere sullo stato cagionevole del nostro lavoro. E neanche a farlo apposta proprio oggi sono usciti i nuovi dati sull'occupazione che, tanto per cambiare, registrano una percentuale in crescita di chi non ha un impiego in Italia (9.8%) e nell'Europa a 27 membri (10%).
Al di là dell'arcinota crisi economica ci sarebbe da puntare il dito su un mercato del lavoro che si vuole flessibile solo nelle condizioni (orari, straordinari, ferie, ecc.), ma non lo è altrettanto nelle assunzioni. Si pensi al dato sulla disoccupazione under 25 che se non è ai livelli di Atene o Madrid (50%) poco ci manca (36%), ma la cosa non deve tanto stupire visto che le aziende sembrano poco propense a investire su risorse fresche. Quante volte è capitato di trovare annunci che escludono semplicemente perché si chiede gente già altamente qualificata (neanche dovessero far esplodere il registratore di cassa per l'inesperienza!), mentre se si vuole imparare un mestiere bisogna accontentarsi di salari modestissimi a fronte di orari più che normali (e solo perché gli stage - purtroppo per qualcuno - non sono più gratuiti) o addirittura pagando di tasca propria corsi, master o tirocini che spesso e volentieri non offrono alcuna garanzia di proseguimento. Parlando da profano non avrò detto nulla di nuovo, ma forse è proprio questa conclusione l'aspetto peggiore di tutta la storia. 

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