Qui sta l'elemento cardine della serie Paranormal Activity, i cui protagonisti devono vedersela con un'entità invisibile che si aggira tra le mura domestiche, manifestando la sua presenza in modo sempre più evidente pur senza comparire mai. Non a caso l'idea del film mostra tutta la sua forza nella prima pellicola, grazie anche ad un'unica inquadratura (a parte qualche passaggio di telecamera in movimento) che bloccando lo sguardo dello spettatore ne accentua il ruolo di testimone impotente. L'anno dopo è uscito il seguito che approfondisce alcuni aspetti della trama del primo e moltiplica le inquadrature, scelta che già riduce la carica emotiva del primo ma offre un risultato tutto sommato discreto.
Con Paranormal Activity 3 invece il vaso comincia veramente a traboccare. Tralasciando dei momenti efficaci qua e là nel film (soprattutto l'uso della telecamera che ruota), il resto mi fa chiedere se ci fosse davvero bisogno di questo tuffo nel passato di Katie e Kristie. Il rischio maggiore è che volendo a ogni costo dare una spiegazione agli eventi non solo si adottano soluzioni scontate (mi riferisco in particolar modo al finale, per non parlare di alcune incoerenze con quanto detto negli altri episodi), ma si distrugge un'atmosfera che ha funzionato proprio grazie al mistero che avvolge il demone, al quel suo essere indecifrabile che, come ho detto all'inizio, è terreno fertile per le nostre paure ancestrali. L'unica speranza è che il quarto capitolo sposti la scena in un'ambientazione completamente diversa e che questo aiuti a stuzzicare l'inventiva degli autori. In caso contrario è meglio finirla qua. Appena sufficiente.
P.S.
Essendo la pellicola ambientata negli anni '80 io avrei usato un filtro meno pulito (da VHS per intenderci). I registi effettivamente dicono di averci pensato, ma gli standard hanno avuto la meglio su di loro. Peccato.
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