Sono passati 10 anni da quando per la prima volta al cinema arrivava il personaggio coniato dalla mente di una donna comune ed intelligente J.K. Rowling: Harry Potter.
Ora che siamo alla fine è giusto soffermarsi ed analizzare tutto il percorso cinematografico che questi magnifici libri hanno avuto nel corso degli anni. I titoli: Harry Potter e la Pietra Filosofale, Harry Potter e la Camera dei Segreti, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il Calice di Fuoco, Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Harry Potter e il Principe Mezzosangue, Harry Potter e i Doni della Morte Parte I e II, sono ormai noti ad un pubblico vasto e che sicuramente è cresciuto con questi personaggi ma, nonostante il grande successo, molti sono stati gli elementi che poco hanno funzionato nella riproposizione cinematografica dei testi originali.
Innanzitutto è bene sottolineare una scelta precisa che è stata fatta: affidare la saga a più registi che, se da un lato hanno portato idee fresche e stili sempre diversi, hanno anche interpretato (a volte in modo troppo soggettivo) i testi della Rowling disorientando gli spettatori che avevano letto i libri.
Si è passati da registi meticolosi come Chris Columbus, regista dei primi due episodi, a registi più eclettitici ed affermati come Alfonso Cuaron e Mike Newel, fino al peggiore, David Yates che nel quinto, sesto e settimo film ha dato prova di non essere, come dire, esattamente un genio della macchina da presa. A tutto questo va aggiunto che i tre protagonisti principali Daniel Radcliffe (Harry Potter), Rupert Grint (Ron Weasley) Emma Watson (Hermione Granger), seppur cresciuti nel tempo, non hanno accresciuto allo stesso modo le loro doti di recitazione.
Dei sette film usciti nelle sale (l’ultimo è diviso in due parti quindi alla fine saranno 8 episodi cinematografici per 7 libri) solo i primi quattro sembrano all’altezza: oltre a dei tagli evidenti nel badget, Yates, ha rallentato i ritmi, i suoi film sono molto più lenti e presentano inutili dialoghi, evitabili e scontati: gli stessi attori non sembrano molto convincenti su ciò che fanno e risultano spesso frenati e quasi fuori luogo.
Tutto questo, ovviamente, va contro i numeri, più freddi e superficiali. La saga ha infatti ottenuto un grande successo al botteghino nonostante la parabola discendente in fatto di qualità: ciò è determinato più dalla curiosità dei “non lettori”, di sapere come andrà a finire la storia, che per la soddisfazione del risultato cinematografico. E’ dunque lecito affermare che, se non fosse stato per gli effetti speciali, tutte le sceneggiature avrebbero pesantemente traballato e per fortuna nostra, la Rowling, ha da poco dichiarato che non scriverà altri libri. Per buona pace di Daniel Radcliffe, stanco di interpretare il ruolo che lo ha fatto diventare uno degli attori più ricchi della Gran Bretagna.
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