E’ necessaria, quindi, una considerazione riguardo alla forma “epica” dell’opera Anelli che risulta essere una fusione e una sintesi tematica dei due maggiori poemi Omerici: L’Iliade e L’Odissea.
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Frodo è dunque un anti-eroe che in realtà non combatte mai da solo, la figura di Sam è determinante alla riuscita della missione. Tolkien si pone nell’immaginario Fantasy moderno facendo affrontare all’Hobbit, da “uomo”comune, lo stesso mondo oscuro ed eccessivo dell’eroe Odisseo, nel quale, tuttavia, ambientazioni e personaggi sono certamente ispirati alla mitologia scandinava. Considerando questo aspetto, Tolkien risulta quindi più vicino alla nostra sensibilità staccandosi nettamente da quei modelli epici ed eroici di cui Omero aveva narrato le gesta. Dunque Frodo, come Ulisse nell’Odissea, vive in un mondo di esseri strani, che non appartengono alla religione e al mito, ma al folclore e alla favola.
C’è anche un altro elemento che induce al paragone tra le due opere: esattamente come nella concezione del poeta epico, Tolkien è sempre oggettivo ed impersonale, c’è inoltre nella narrazione, una commistione tra racconto e dramma. Ultimo aspetto da considerare riguarda la natura enciclopedica del collegamento tra i due autori: atteggiamenti, azioni, costumi, usi, tecniche e tradizioni sono stati riproposti da Tolkien e riadattati a sfondi e ambientazioni diverse, che ne ha fatto certamente dei modelli per autori a lui successivi, favorendo un’integrazione culturale che nasce incredibilmente ed indissolubilmente anche dalla letteratura greca.
“Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra, Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende, Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra, Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende. Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli. Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende”.
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