Durante un incontro dedicato al rapporto tra cinema
e pensiero filosofico, con una particolare attenzione verso l’argomento degli
stereotipi, è stato da me presentato ai ragazzi un esempio attinente a tre
modelli di convenzione basati su altrettanti film: Taxi Driver (1976), La ricerca della felicità (2006) e
in ultima analisi Arancia Meccanica (1971).
La finalità di tale conferenza era quella di ricercare quei modelli consci e inconsci che i ragazzi oggi sono chiamati a seguire, più o meno consapevolmente, attraverso cinema e mass madia.
La finalità di tale conferenza era quella di ricercare quei modelli consci e inconsci che i ragazzi oggi sono chiamati a seguire, più o meno consapevolmente, attraverso cinema e mass madia.
I risultati della loro interazione ha dimostrato quanto modelli più inconsueti e commerciali come il capolavoro di Scorsese Taxi Driver facciano molta più breccia su di loro che modelli più impegnativi come La ricerca della felicità e Arancia meccanica: nel primo caso assistiamo alla disperata ricerca di una vita normale e “conforme al modello americano” e dall'altra ad una diegesi folle di Kubrik dove ne fanno da padrone follia e ultra-violenza.

Questo ci fornisce inoltre la differenza tra cult e non e il segreto del cinema commerciale che attraverso la bravura di attori e registi trasforma il sogno Americano in modello, quindi in stereotipo, che crolla oggi in un film come quello di Muccino, relativamente recente, dove si vede la vera natura di tale ambizione e le difficoltà ad essa connesse in un mondo estremamente competitivo dove con la camicia, in fondo, bisogna anche un po’nascerci.
Un dato che fa riflettere è la scarsa aspirazione, oggi, a trovare un sistema alternativo. Ciò indica con precisione le difficoltà giovanili di inserimento sociale laddove non ci sia una conformità a certi criteri che, attualmente come ieri, trovano una sostanziale stabilizzazione solo nelle logiche di potenza al di fuori delle quali l’alienazione, il senso di incompetenza e l’insicurezza trovano un nido sicuro e un terreno fertile su cui attecchire.
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