Venerdì vedrò il primo degli spettacoli che ho scelto nell’abbonamento
fatto al Teatro Elfo Puccini di Milano, teatro d’arte contemporanea. Il
cartellone propone sia spettacoli prodotti dalla compagnia dell’Elfo che
spettacoli itineranti. Si va dalle riletture di grandi classici a testi
inediti.
Iniziamo con La discesa di Orfeo
del Teatro dell’Elfo. Il testo di Tennessee Williams è diretto da Elio De
Capitani. Il testo, inedito sulle scene italiane, è quello da cui è stato
tratto il film Pelle di serpente con
la Magnani e Brando.
Ho scelto di vedere questo spettacolo perché, per vari motivi, lo
scorso anno ho avuto modo di approfondire ampiamente la tematica dell’Orfeo e
mi sembrava opportuno quindi chiudere il cerchio! La regia di De Capitani, la
novità dello spettacolo sulle scene italiane e il testo di Tennessee Williams
sembrano i presupposti giusti per un ottimo risultato.
Si continua poi con Alice
Underground, rilettura dell’Elfo (la regia è di Ferdinando Bruni e Francesco
Frongia) del celebre testo di Lewis Carrol. Nello spettacolo, dal titolo
accattivante, in bilico tra l’innocenza di Alice e il tenebroso underground, qualunque cosa sia
realmente, verranno mescolati i linguaggi teatrali e video. Frongia, infatti, è
anche un video maker. Il testo di Carrol è indissolubilmente legato all’immaginario
Disney o a quello Burtoniano, pieno di effetti speciali. Sono curiosa di vedere
come le parole riusciranno a sostituirsi alla tecnologia.
A febbraio sarà il turno di Romeo
e Giulietta di Shakespeare, sempre del Teatro dell’Elfo per la regia di
Bruni. Shakespeare è Shakespeare, non c’è molto altro da dire. L’Elfo, inoltre,
è riuscito, negli spettacoli che ho visto l’anno scorso, a rendere sempre molto
bene la vivacità del poeta di Stratford-upon-Avon.
Il nipote di Rameau, di
Denis Diderot con la regia di Silvio Orlando, che ne è anche l’interprete è
stato scelto con criteri altamente scientifici: la curiosità di vedere Silvio
Orlando a teatro! In realtà, approfondendo la tematica dello spettacolo, sarà
interessante vedere un attore, legato alla comicità, alla prova con un testo
filosofico del ‘700 messo in scena.
Lo spettacolo seguente è Il
bambino sottovuoto dell’autrice tedesca Christine Nöstlinger, che viene riproposto per il
secondo anno consecutivo. Anche questo spettacolo è una produzione dell’Elfo e
la regia è stata affidata ad Elio de Capitani. Ricordo il nome della Nöstlinger
tra i miei libri d’infanzia… Che questo spettacolo diventi una sorta di madelein di Proust?
Il
penultimo spettacolo dell’abbonamento torna alle radici, al Teatro, quello “vero”,
il Teatro Greco. In primavera andrà in scena Le Rane di Aristofane, un grande classico che non si può perdere.
Oltretutto, si tratta di una commedia greca, testo che raramente si vede messo
in scena.
Si
chiude l’anno teatrale con una produzione dell’Elfo, Viva l’Italia. La regia è del magnetico César Brie, che ho avuto
modo di apprezzare in un incontro all’università. I suoi occhi, le sue mani
colpiscono ed entrano dentro. Quando lo si vede in scena, come ad esempio con Karamazov l’anno scorso sempre all’Elfo,
è impossibile non percepire l’elettricità che riesce a trasmettere ad ogni
singolo spettatore. Chissà come farà a trasmettere la sua energia ed umanità
solo attraverso la regia, senza calcare la scena in prima persona!
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