In realtà avrei voluto raccontarvi di una interessante lezione
spettacolo. Io ci sono andata, l’ho anche sentita, peccato che ho visto ben
poco e che abbia ascoltato altrettanto poco e non per colpa mia… Andiamo con
ordine però!
La mia prof di teatro mi propone una serie di iniziative, spettacoli
ed incontri, che si svolgeranno durante il suo corso di quest’anno accademico.
Dato che credo che, spesso, siamo più noi che “adoriamo” lamentarci della noiosità
delle nostre città, che non tenere gli occhi aperti e sfruttare le occasioni
che ci vengono offerte, ben felice, seleziono le iniziative cui partecipare.
Tra queste, c’è la rassegna Ulissi/Viaggi
nelle Odissee prodotta dal Piccolo Teatro di Milano.
Si tratta di una serie di incontri-spettacolo che, in vari luoghi della città, metteranno in luce diversi aspetti dell’Odissea, non solo quella omerica. Protagonisti di questi incontri sono i grandi nomi del teatro contemporaneo italiano, affiancati dalle riflessioni di preminenti personalità dei singoli settori analizzati. Detto così, scatena il mio entusiasmo da secchiona, e, a prescindere dalla mia indole da maestrina sembra veramente una cosa molto interessante, lontana da quelle conferenze boriose e piene di paroloni di cui a volte neanche i relatori sanno il significato.
Si tratta di una serie di incontri-spettacolo che, in vari luoghi della città, metteranno in luce diversi aspetti dell’Odissea, non solo quella omerica. Protagonisti di questi incontri sono i grandi nomi del teatro contemporaneo italiano, affiancati dalle riflessioni di preminenti personalità dei singoli settori analizzati. Detto così, scatena il mio entusiasmo da secchiona, e, a prescindere dalla mia indole da maestrina sembra veramente una cosa molto interessante, lontana da quelle conferenze boriose e piene di paroloni di cui a volte neanche i relatori sanno il significato.
L’8 novembre mi reco, quindi, al Palazzo di Giustizia di Milano.
Questo incontro, infatti, tratterà delle tematiche della giustizia e della
vendetta ed in linea con ciò, si svolgerà nell’Aula della Corte d’Assise d’Appello.
Massimo Popolizio leggerà alcuni brani del libro XXII dell’Odissea di Omero ed interverranno Eva Cantarella, Livia Pomodoro e
Salvatore Scuto. Gli incontri richiedono obbligatoriamente la prenotazione. E
qui arriva il bello! Verrebbe da pensare che si accettano prenotazioni pari al
numero di persone che l’aula riesce ad ospitare. Ma, dopo aver pazientemente
atteso in fila, pur essendo arrivata con largo anticipo, al momento di entrare
in tribunale scopro che i posti a sedere sono esauriti, restano i posti in
piedi e che la prima parte di letture si svolgerà nell’atrio, quindi comunque,
tutti sarebbero stati in piedi. “Beh, in effetti, i nomi sono veramente di
grande richiamo, è normale che ci sia una partecipazione vastissima. Sarei
dovuta arrivare ancora prima!” penso senza scompormi. Arrivata nell’atrio,
vengo a sapere che i posti erano andati esauriti praticamente subito, perché in
numero molto minore rispetto ai partecipanti. Quello che, però, è peggio è che l’aula
in questione è minuscola, quindi non solo si dovrà stare in piedi, ma anche al
di fuori!!!!!!!!!!!!
Ora, tralasciamo che l’Odissea,
soprattutto se letta dalla affascinate voce di Popolizio, fa venire i brividi
anche a secoli di distanza e che sembra scritta ieri. Che l’evento è iniziato
puntualissimo. Che la durata è stata consona ad un incontro del genere (circa
un’ora e mezza). Che i relatori sono estremamente competenti nelle loro materie.
Che i singoli interventi sono stati molto interessanti (credo). Ma è possibile
che un fruitore anziché concentrarsi sugli interventi era preso dal
congelamento delle terga, perché seduto a terra nell’atrio del tribunale di
Milano o dalla fatica, perché in piedi da un’ora dopo una giornata di lavoro?
Alla fine non ne hanno risentito tanto le letture, perché riuscivano veramente
a rapire gli uditori, ma gli interventi, che erano più accademici. Quantomeno erano
da prevedere delle sedie pieghevoli nell’atrio! sarebbe stato interessante fare,
per una volta, un esercizio di ascolto e immaginazione.
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