sabato 10 novembre 2012

"Non merita biasimo l'ira" (Odissea, libro XXII, v. 59)


In realtà avrei voluto raccontarvi di una interessante lezione spettacolo. Io ci sono andata, l’ho anche sentita, peccato che ho visto ben poco e che abbia ascoltato altrettanto poco e non per colpa mia… Andiamo con ordine però!

La mia prof di teatro mi propone una serie di iniziative, spettacoli ed incontri, che si svolgeranno durante il suo corso di quest’anno accademico. Dato che credo che, spesso, siamo più noi che “adoriamo” lamentarci della noiosità delle nostre città, che non tenere gli occhi aperti e sfruttare le occasioni che ci vengono offerte, ben felice, seleziono le iniziative cui partecipare. Tra queste, c’è la rassegna Ulissi/Viaggi nelle Odissee prodotta dal Piccolo Teatro di Milano. 

Si tratta di una serie di incontri-spettacolo che, in vari luoghi della città, metteranno in luce diversi aspetti dell’Odissea, non solo quella omerica. Protagonisti di questi incontri sono i grandi nomi del teatro contemporaneo italiano, affiancati dalle riflessioni di preminenti personalità dei singoli settori analizzati. Detto così, scatena il mio entusiasmo da secchiona, e, a prescindere dalla mia indole da maestrina sembra veramente una cosa molto interessante, lontana da quelle conferenze boriose e piene di paroloni di cui a volte neanche i relatori sanno il significato.

L’8 novembre mi reco, quindi, al Palazzo di Giustizia di Milano. Questo incontro, infatti, tratterà delle tematiche della giustizia e della vendetta ed in linea con ciò, si svolgerà nell’Aula della Corte d’Assise d’Appello. Massimo Popolizio leggerà alcuni brani del libro XXII dell’Odissea di Omero ed interverranno Eva Cantarella, Livia Pomodoro e Salvatore Scuto. Gli incontri richiedono obbligatoriamente la prenotazione. E qui arriva il bello! Verrebbe da pensare che si accettano prenotazioni pari al numero di persone che l’aula riesce ad ospitare. Ma, dopo aver pazientemente atteso in fila, pur essendo arrivata con largo anticipo, al momento di entrare in tribunale scopro che i posti a sedere sono esauriti, restano i posti in piedi e che la prima parte di letture si svolgerà nell’atrio, quindi comunque, tutti sarebbero stati in piedi. “Beh, in effetti, i nomi sono veramente di grande richiamo, è normale che ci sia una partecipazione vastissima. Sarei dovuta arrivare ancora prima!” penso senza scompormi. Arrivata nell’atrio, vengo a sapere che i posti erano andati esauriti praticamente subito, perché in numero molto minore rispetto ai partecipanti. Quello che, però, è peggio è che l’aula in questione è minuscola, quindi non solo si dovrà stare in piedi, ma anche al di fuori!!!!!!!!!!!!

Ora, tralasciamo che l’Odissea, soprattutto se letta dalla affascinate voce di Popolizio, fa venire i brividi anche a secoli di distanza e che sembra scritta ieri. Che l’evento è iniziato puntualissimo. Che la durata è stata consona ad un incontro del genere (circa un’ora e mezza). Che i relatori sono estremamente competenti nelle loro materie. Che i singoli interventi sono stati molto interessanti (credo). Ma è possibile che un fruitore anziché concentrarsi sugli interventi era preso dal congelamento delle terga, perché seduto a terra nell’atrio del tribunale di Milano o dalla fatica, perché in piedi da un’ora dopo una giornata di lavoro? Alla fine non ne hanno risentito tanto le letture, perché riuscivano veramente a rapire gli uditori, ma gli interventi, che erano più accademici. Quantomeno erano da prevedere delle sedie pieghevoli nell’atrio! sarebbe stato interessante fare, per una volta, un esercizio di ascolto e immaginazione.

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