Quarto capitolo del famosissimo franchising: “Pirati dei Caraibi:oltre i confini del mare” prodotto ancora una volta da
Jerry Bruckheimer e dalla Walt Disney Pictures.
Questa volta al fianco del surreale capitano, come
personaggio femminile in sostituzione di Keira Knightley (Elizabeth), c’è la
bellissima Penelope Cruz nel ruolo della bella e tenebrosa Angelica, vecchia
fiamma dell’ impavido capitan Jack. Questa, a mio avviso, è stata la scelta
vincente: attori nuovi per nuove avventure vissute dalle spettatore attraverso
gli occhi dello strabiliante Jack Sparrow.
La forza di questa serie sta proprio
nel fatto che il suo personaggio principale non rappresenta solamente il
protagonista della storia ma riproduce lo sguardo dello spettatore all’ interno
della diegesi filmica. Il pubblico dunque, vivendo con esso esperienze sempre
fresche e originali, non si stanca, anzi, si appassiona attendendo prossime
avventure. Questo è il segreto di questo grande successo.
Questa commistione di vecchio e nuovo crea dunque un
film assolutamente elettrizzante e coinvolgente dove il regista Rob Mashall
riesce di certo a non far rimpiangere Gore Verbinski, direttore della prima
trilogia. Ciò che colpisce è dunque il vento ancora fresco che circonda questa
storia, con un quarto capitolo che non ha traccia né di stanchezza né di
ripetitività: è a tutti gli effetti un’altra storia con un cast quasi
totalmente rinnovato orfano anche di Orlando Boom (Will Turner) ma arricchito
con un Ian Mcshane (Barbanera) in grande spolvero.
C’è tuttavia da evidenziare come alla fluidità di
questo episodio contribuiscano tuttavia anche attori storici della serie quali
Geoffrey Rush (Capitan Barbossa) e Kevin R. McNally (Joshamee Gibbs)
assolutamente a loro agio e di grande importanza nello sviluppo della storia
che è incentrata sulla ricerca della fonte della giovinezza, bramata non solo
dal terribile pirata Barbanera ma anche da spagnoli e inglesi.
Particolarmente ben riuscita risulta la sequenza
delle sirene donne bellissime ma letali, affamate di uomini (in senso
letterale) e sempre pronte a causare sciagure e naufragi ai viandanti di
passaggio. Volutamente esagerata ed estrema invece la sequenza del lancia
fiamme della nave di Barbanera, una scena sproporzionata ma esaltante in chiave
“moderna”. Nessuna nave Pirata storicamente potrebbe aver mai avuto infatti una
simile arma.
Insomma una grande sfida sicuramente vinta da
Marshall (Nine, Memorie di una Geisha)
del quale parla così il produttore: “ Rob
è un regista che non si spaventa davanti alle più grandi sfide e sa affrontare
i rischi, il suo background di regista di musical teatrali e film musicali è
stato un elemento molto importante per la direzione dei Pirati dei Caraibi. Era
necessario qualcuno che sapesse dirigere la grande azione capendo i movimenti.
Rob inoltre è un abile narratore e ha uno stile e un gusto impeccabile”.
In attesa di un quinto e probabilmente sesto
capitolo gustiamoci questo miracolo cinematografico: un quarto episodio all’altezza...era
ora Hollywood!
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