giovedì 22 novembre 2012

Tanti Auguri a Carlo Verdone


Quando nel 1979 usciva al cinema un film intitolato: “Un sacco bello” nessuno, ma proprio nessuno, immaginava che quel giorno sarebbe nato con esso un nuovo corso per il cinema comico italiano. Per i 62 anni (il 17 novembre) del grande attore e regista Carlo Verdone ci si concentrerà sulla sua produzione, sulla sua carriera e sul suo metodo meticoloso e inequivocabile nell’individuare i difetti tipici dell’ italiano medio. Citato più e più volte per le sue battute esilaranti, forse la più famosa: “ …o famo strano..è considerato oggi come l’erede a tutti gli effetti del grande Alberto Sordi. 
Ad accomunarli la grande capacità di indagare, vizi, ansie e perplessità del popolo italiano raccontandoci senza alcun dubbio tutte le trasformazioni sociali e culturali che via via si sono susseguite negli anni.
Ma non è Sordi l’uomo che lanciò Verdone al grande pubblico, forse non tutti sanno che l’ uomo a cui dobbiamo, in seconda battuta, dir grazie è Sergio Leone. Prodotto, per il suo primo film, dal regista creatore degli spaghetti western, Verdone viene da questi iniziato alle tecniche di ripresa e conduzione di un set. Il giovane regista lo considererà un maestro severissimo ma vitale.
Altri attori e personaggi noti soprattutto nella capitale lo hanno “adottato” (e non solo artisticamente) come nel caso di caso Elena Fabrizi , Mario Brega e Angelo Infanti (recentemente scomparso) che lo hanno sostenuto e che hanno contribuito a rendere esilaranti e indimenticabili le sue pellicole. Citarli tutti sarebbe impossibile ma moltissimi sono stati gli attori valorizzati dal cinema di Verdone: da Montesano a Rubini, fino a Castellitto e Ornella Muti, e molte le donne che lo hanno affiancato nei suoi progetti, oggi, sono divenute attrici affermate.
Per quanto riguarda i suoi progetti attuali ha appena concluso le riprese di Manuale d’ amore 3 per la regia di Giovanni Veronesi ed ha ufficialmente iniziato le riprese del suo prossimo film Tre Mariti in uscita nel 2011. Fin’ora la sua filmografia prevede:Quel movimento che mi piace tanto (1975), regia di Franco Rossetti, Una settimana come un'altra (1978), regia di Daniele Costantini,La luna (1979), regia di Bernardo Bertolucci,Un sacco bello (1980), Bianco, rosso e Verdone (1981), In viaggio con papà (1982), regia di Alberto Sordi, Borotalco (1982), Grand Hotel Excelsior (1982), regia di Castellano & Pipolo, Acqua e sapone (1983), Cuori nella tormenta (1984), regia di Enrico Oldoini, I due carabinieri (1984), 7 chili in 7 giorni (1986), regia di Luca Verdone, Troppo forte (1986), Io e mia sorella (1987), Compagni di scuola (1988), Il bambino e il poliziotto (1989), Stasera a casa di Alice (1990), Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1991), Al lupo, al lupo (1992), Perdiamoci di vista (1994), Viaggi di nozze (1995), Sono pazzo di Iris Blond (1996), Gallo Cedrone (1998), La gabbianella e il gatto (1998), regia di Enzo D'Alò - (Voce), C'era un cinese in coma (2000), Zora la vampira (2000), regia dei Manetti Bros., Ma che colpa abbiamo noi (2002), L'amore è eterno finché dura (2004),Manuale d'amore (2005), regia di Giovanni Veronesi, Il mio miglior nemico (2006), Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi (2007), regia di Giovanni Veronesi, Grande, grosso e Verdone (2008), Italians (2009), regia di Giovanni Veronesi Questione di cuore (2009), regia di Francesca Archibugi - (Cameo), Io, loro e Lara (2009), Niente paura (2010), regia di Piergiorgio Gay.

Insomma un attore straordinario, geniale per certi versi. Un capacissimo regista che ha sempre dato un taglio molto preciso ai propri lavori: una spiccata capacità di osservazione e non solo dei comportamenti ma anche soprattutto dei temi più caldi che la nostra società ha dovuto affrontare negli ultimi 30 anni, raccontati con ironia comicità e sarcasmo. Questo tributo si conclude con una testimonianza, un pensiero che Sergio Leone dedicò a Carlo verdone nel 1987 e che ce ne dà l’essenza più profonda: « ...mi accorsi che la sua vèrve derivava da un controllo esagitato di un corpo senza inibizioni: Carlo parlava, parlava, parlava, riproponendo il divertente standard sordiano degli anni '50 con disinvolta reiterazione(...) Un attore che non apparteneva a un "genere" ma solo a se stesso. Volli conoscerlo. Volevo scoprire la fonte di quella reputazione: totale, inesorabile, cinica carogneria commista ad una romanità coatta e generosa, candida e patetica, Carlo era "l'uomo che guarda", questa fu la risposta. E per questo volli produrre il suo film di esordio, affidando a lui stesso la regia: i suoi personaggi non potevano correre il rischio di interpretazioni inautentiche... » Auguri Carlo !!






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