giovedì 31 gennaio 2013

Italia - La guerra dei giudici

Ingroia? Una piccola figura. La Boccassini? Meglio non parlarne. Non si può dire che tra il capo di Rivoluzione Civile (Rc) e il pm di Milano stia correndo buon sangue. Succede sempre quando la politica si mette di mezzo ai vecchi colleghi, creando spaccature in un mondo che dietro all'apparente distacco dalle beghe di partito riflette quasi sostanzialmente la contrapposizione tra il Partito Democratico e l'ala radicale dell'ex magistrato palermitano. Dei veleni che nutrono senz'altro i sostenitori della collusione della giustizia con una sinistra intollerante che si servirebbe di essa per colpire i suoi nemici politici.

Tornando allo scontro Ingroia-Boccassini, la causa di tanto livore è stata la dichiarazione del capo di Rc che ha paragonato il malumore dei magistrati per la sua discesa in campo a quelle vissute da Giovanni Falcone vent'anni prima. Un confronto che per la Boccassini è solo un pietoso tentativo di procacciare consensi per una coalizione che vede protagonisti altri due ex-pm, Di Pietro e De Magistris. Due nomi usciti da un'Idv quasi estinta dagli scandali (e nonostante ciò ha portato in dote al leader un trasformista pro-condoni come Nello di Nardo) e dall'emergere di nuovi competitors (Grillo) che dopo la rottura con Bersani ha scelto di aderire alle altre anime residue della sinistra radicale come i Verdi o Rifondazione nella speranza di riuscire questa variopinta coalizione a rientrare tutti in Parlamento.
Anche se non è detto che Ingroia riesca a varcare la soglia di sbarramento, il nuovo partito dà comunque fastidio al Pd, che teme di perdere voti preziosi e ha candidato un altro magistrato, Pietro Grasso, il quale dà man forte alla Boccassini esaltando il lavoro di Falcone e rifiutando qualsiasi strumentalizzazione della sua immagine. Contro Ingroia, sebbene in modo indiretto era intervenuta anche la presidenza della Cassazione che in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario aveva ammonito contro il protagonismo politico di alcuni giudici. Insomma abbiamo uno schieramento di truppe in piena regola da una parte e dall'altra.
Tra la controversa vicenda dell'Ilva che sta paralizzando e infuriando un'intera città e quest'ultimo battibecco tra grandi nomi della magistratura, la giustizia italiana non esce proprio in forma. Per fortuna che a controbilanciare la situazione dall'altra parte abbiamo una politica di maggior spessore...

P.S.
Tanto per riderci su qui sotto la pillola di Crozza a Ballarò dedicata proprio al leader di Rivoluzione Civile. ^^


Nessun commento:

Posta un commento