Udite, udite che l’agonia del Democratico Partito si
appresta al suo termine. Dopo lungo
strazio il condottier Bersani ha rimesso le insegne perdute tutte le speranze
di aver in pugno la battaglia per il gran Colle. Credeva lui e gli altri suoi
seguaci di poter condurre il gioco per conto proprio, di eleggere chi volesse
neanche il sole girasse intorno a lui come si figuravan i superstiziosi di altri
tempi. Deriso l’arcigno Marini ed umiliato il coriaceo Prodi, l’armata democratica
giace ormai allo sbando tra le risate degli avversari e un’Italia ancor più
triste per il suo avvenir.
Ah, ma già l’inizio non lasciava nulla di buono
presagir da quel fatal abbraccio del Bersani assieme all’Alfano. Immagine
funesta che scatenò tosto l’ira del suo popolo che in pasto alle fiamme gettava
la sua fedeltà, urlando indignato del tradimento che si voleva consumare e scuotendo
le coscienze di chi quell’imbroglio avrebbe dovuto sottoscrivere. Così si ebbe
la prima campana a morto e subito a lavarsi via la macchia del Marini per
rimanere in cauto silenzio e facendo finta dei consigli di alleati e
provocatori.
Sotto allora con il vecchio Prodi, impegnato a
domare tempeste di sabbia lontane e pronto a tornare non appena ricevuto il
lieto annuncio. Ma lo smacco del voto lo lascia quasi offeso e se la prende con
chi lo ha messo in mezzo a tale figuraccia e non ne vuole più saper. La resa dei
conti intanto esplode veemente e fa cader inevitabilmente qualche testa. Abbandona
la barca la severa Bindi, prima vittima di un cambiamento divenuto per lei
senza freni. A testa alta rientra invece il Renzi, per il quale la sconfitta di
un tempo impallidisce nel trionfo di oggi e forse si appresta con chissà quali
intenti a succedere al malconcio generale.
E adesso miei signori? Cosa resta da fare in questo
guazzabuglio che speravamo celasse un’astuzia sopraffina, ma ci ha confermato
una stoltezza ahimé fin troppo prevedibile? Che i superstiti in rotta abbiano
il buon senso di un ultimo guizzo di lucidità, che si appoggino al saggio (Rodotà)
proposto dal Grillo irrequieto e diano un segnale, una luce in fondo al tunnel
in cui altrimenti vagheremmo in un buio che siamo più che stufi di meritarcelo.
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