mercoledì 8 maggio 2013

Israele - Un genio della fisica contro l'occupazione israeliana

All'inizio sembrava che la faccenda potesse chiudersi con una delle scuse più banali: per motivi di salute il fisico Stephen Hawking dovrà declinare l'invito del presidente Shimon Peres alla conferenza internazionale di Gerusalemme a giugno. Fin qui nulla di strano, niente da rimproverare a questo gran scienziato che era riuscito a sondare le leggi più complesse del nostro universo nonostante da decenni il suo male lo costringesse a rimanere immobile su una sedia? Ma il genio alla fine non aveva voglia di lasciar correre e alla fine ha detto chiaro e tondo il vero motivo della sua assenza. Si trattava di una decisione che lo specialista dei misteriosi buchi neri e dell'ancor più evocativa relatività generale aveva preso in polemica con il ruolo giocato dal governo d'Israele in Palestina, di cui Hawking si dice ben consapevole. A dar man forte alla sua rinuncia il fatto di non essere l'unico dei sapienti ed artisti del Regno d'Elisabetta (il regista Mike Leigh o il musicista Brian Eno per citarne alcuni) ad aver aderito al boicottaggio, formando persino dei gruppi con l'intento di non metter mai piede nella terra di Davide. 
Lui da parte sua ci era già stato, ma la sua acuta sensibilità col passare del tempo doveva averne risentito sempre più, tanto che dopo la guerra di Gaza arrivò a paragonare la condizione palestinese a quella triste del Sudafrica che teneva Mandela ancora in carcere. Attoniti gli ospiti di casa che si dicono offesi da quella che leggono come "un'ipocrisia" e finanche estremista. Lo schiaffo resta comunque grande. 

Nessun commento:

Posta un commento