"Hanno perso un'occasione per starsene zitte" dice un Silvio Berlusconi irritato rivolgendosi alle figlie e alla compagna di Enzo Tortora. La loro colpa? Essersi indignate perché dal palco della manifestazione di Brescia contro la persecuzione giudiziaria il capo del Pdl aveva paragonato le sue vicende processuali al colossale errore del conduttore di Portobello, il quale uscì distrutto da quell'odissea che lo voleva legato alla camorra.
In sostanza lo stesso sangue di Tortora avrebbe meno autorità di Berlusconi per valutare se sia giusto o meno tirare in ballo la sua memoria.
Brutta cosa davvero l'ira dei potenti. Da una parte si può capire lo stato d'animo del leader Pdl, che si sente assediato da tre processi che si muovono quasi contemporaneamente. Per quello Mediaset ha da poco ricevuto una condanna in appello di quattro anni, mentre sul caso Ruby il pm Ilda Boccassini ha domandato proprio oggi sei anni più l'interdizione perpetua ai pubblici uffici. Resta infine quello sulla compravendita dei senatori per il quale la procura di Napoli ha chiesto sempre di recente il rinvio a giudizio.
Il Cavaliere non ha tardato molto per passare al contrattacco con interviste esclusive nelle sue reti (che però stando ai dati non hanno raccolto un così grande seguito) o lanciando la sopracitata manifestazione di Brescia, dove si è lasciato andare in una struggente evocazione del caso Tortora che però non ha fatto piacere alla sua famiglia. Come previsto Berlusconi si è poi affrettato ad escludere qualsiasi paragone e la cosa sarebbe forse finita lì se al chiarimento non si fosse aggiunta quella che appare come una gravissima mancanza di rispetto.
Qualcuno dirà che è tipico dei potenti feriti di non guardare in faccia a nessuno. Nel caso di Berlusconi ciò potrebbe valere anche per la convivenza forzata nel governo Letta. Quest'ultimo appena arrivato con la sua squadra nel ritiro senese è già ai ferri corti con Alfano a causa della manifestazione di Brescia e vede moltiplicarsi già dalle nomine che ha dovuto digerire (tra cui l'amico di Previti, Nitto Palma, alla commissione Giustizia) le crepe di una spaccatura annunciata. A questo riguardo più la scure della giustizia incomberà sul Cavaliere, più questi sarà tentato di staccare la spina al governo per riprendere il controllo della situazione, accantonando in un baleno le tanto decantate riforme (Porcellum in testa) come sta già minacciando nelle ultime ore. Un gesto che sarebbe dettato dalla stessa irresponsabilità che ha concesso tanto livore verso i Tortora.
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