venerdì 20 settembre 2013

Vaticano - Elogio ad un papa di vera misericordia

"Il popolo di Dio ha bisogno di pastori, non di funzionari". Mi piace aprire con questa frase di Bergoglio la riflessione che voglio fare a poco più di sei mesi dall'inizio del suo pontificato. Perché le parole che papa Francesco ha usato nella sua intervista sulla rivista gesuita Civiltà Cattolica difficilmente potranno essere ignorate, specialmente in un paese dove per una sorta di fortunata coincidenza ha soffiato un identico vento di rinnovamento con il voto di ieri sulla legge contro l'omofobia.








Non nascondo che poco dopo il conclave ero convinto che Bergoglio con la sua umiltà fosse strumentale a ripulire - senza scuoterla più di tanto - la Chiesa dalle ombre che l'avevano avvolta nel tardo regno Ratzinger che contro di lui aveva anche un'eccessiva freddezza aristocratica. A questo scopo la semplicità e il calore di Francesco sarebbero potuti bastare per ricompattare dei fedeli a cui mancava molto della partecipazione vissuta con Giovanni Paolo II. 
Ma l'ambizione (in senso buono naturalmente) di Bergoglio non si sarebbe mai accontentata di rincuorare i resti di un popolo smarrito. Il suo desiderio più grande era infatti quello di accendere nuovamente in lui un entusiasmo capace di attirare a sé non solo i praticanti, ma pure l'ammirazione di chi come il sottoscritto ha fatto una scelta agnostica. E a differenza del suo predecessore non si è sforzato molto a trovare la risposta ad una semplice domanda che ha tormentato la Chiesa negli ultimi anni: in che modo il messaggio di Cristo può essere ancora attuale per una società che muta continuamente? Accettando senza troppi pregiudizi anche coloro che per anni sono stati esclusi dalla comunità pagando spesso con dolore questa discriminazione come i divorziati, le donne che hanno abortito, ma soprattutto gli omosessuali.
"Chi sono io per giudicare i gay" si chiede in un sorprendente bagno d'umiltà il papa che li descrive come dei "feriti sociali [...] che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati". Parole di una bellissima umanità alle quali non potevo non dedicare un pezzo per esprimere tutta la mia soddisfazione per un uomo di religione finalmente degno del suo ruolo. Tanto di cappello a Jorge Maria Bergoglio.

P.S. 
Il parlamento ha approvato ieri la tanto attesa legge contro l'omofobia con i voti di Pd e Scelta Civica. D'ora in poi l'omofobia sarà equiparata a reati come l'antisemitismo e il razzismo, anche se stupisce un emendamento che in nome della libertà di pensiero non considera le opinioni omofobe espresse da gruppi di stampo religioso, politico, sportivo. Insomma a livello individuale è un disvalore, mentre a livello collettivo no. Strano che con l'antisemitismo e altro la legge persegue ad entrambi i livelli. Sarà studiata apposta per tenere i partiti al sicuro da un cambiamento (e dal proprio elettorato) comunque necessario alla nostra società. I soliti compromessi all'italiana.



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