lunedì 13 gennaio 2014

Cina - Il governo multa il proprio colosso Sinopec per negligenza

Il gigante del petrolio di proprietà statale Sinopec è stato condannato a pagare più di 120 milioni di dollari per l'esplosione di un gasdotto avvenuto lo scorso novembre a Qingdao (Cina orientale) in cui hanno perso la vita 62 persone e il ferimento di più di 130. È la prima volta in assoluto che il governo di Pechino punisce in modo così severo una delle sue aziende.



La condanna segue un'indagine fatta dalla stessa Sinopec che ha ammesso la propria responsabilità nell'incidente, poiché non ha preso alcuna misura necessaria a tutelare la sicurezza degli impianti. A causare l'esplosione è stata una fatale combinazione di cattiva manutenzione ed errore umano. Le tubature erano infatti talmente corrose da aver aperto una perdita di petrolio che gli operai si sono poi affrettati a riparare. Ma nel rompere lo strato protettivo dell'oleodotto si sono prodotte delle scintille che entrando in contatto con i gas che fuoriuscivano dall'interno hanno scatenato una tremenda esplosione. 
La sciagura di Qingdao ha portato all'arresto di quindici persone tra impiegati Sinopec e funzionari locali. L'azienda che è la quinta al mondo per fatturato e ha attività soprattuto in Africa, con paesi come Sudan, Angola, Etiopia e Gabon, non è nuova ad episodi di questo tipo. Già nel 2010 un'esplosione in una fabbrica chimica abbandonata vicino Nanjing aveva ucciso una dozzina di persone. Inoltre fa molto discutere per i suoi standard ambientali, venendo spesso accusata d'inquinare le acque circostanti o di non prestare la dovuta attenzione ai terreni che sono interessati dalle sue operazioni di prospezione. 

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