Le associazioni dei diritti umani tra cui Amnesty International o Human Rights Watch parlano già di grave violazione delle libertà personali. Questo perché ad essere sanzionabile non è solo il fatto di avere una relazione gay, ma anche frequentare locali, organizzare incontri o parlare di una tematica divenuta di fatto un tabù. Addirittura se una coppia gay sposata regolarmente all'estero dovesse scegliere di entrare in Nigeria, si ritroverebbe automaticamente annullato il proprio matrimonio.
Secondo le ONG questo clima di sospetto - una bozza della suddetta legge prevedeva anche un articolo, poi rimosso, che obbligava a denunciare alle autorità gli omosessuali - rischierebbe inoltre di favorire la proliferazione di malattie sessualmente trasmissibili come l'HIV, in quanto i gay arriverebbero ad evitare gli ospedali per ricevere cure che li farebbero 'riconoscere' e quindi arrestare.
Sulla questione è intervenuto anche il segretario di Stato americano John Kerry, che definisce la legge contro la stessa Costituzione nigeriana del 1999 e gli impegni internazionali sottoscritti da Abuja. Ma le poche associazioni gay che hanno provato ad alzare la testa contro la miopia della politica sono state subito messe a tacere o umiliate.
La posizione radicale della Nigeria in materia omosessuale purtroppo non stupisce, vista anche la feroce violenza interreligiosa tra la maggioranza cristiana al sud e i fondamentalisti islamici del Boko Haram al Nord. Ma non è neppure così isolata nel resto del continente, dove a parte le notabili eccezioni di Sudafrica, Ciad, Mali, Niger, Repubblica Centrafricana e la Repubblica Democratica del Congo, in quasi in tutti i paesi la legislazione è apertamente contro i diritti gay.
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