giovedì 23 febbraio 2012

Bedrich - II



Si potevano camminare miglia e miglia di quei prati senza incontrar anima viva e guai a lasciar la strada se non si voleva finir chissà dove. Quel povero di Bedrich aveva dovuto vagare un’intera mattinata prima di trovare degli altri contadini piegati sulla terra come lui il giorno innanzi e il primo di loro che avvicinò si dilettava a gettar sassi da un solco pieno di questi e simile sozzura.
“Salute, buon uomo” esordì con tono modesto e pure così quello lo guardò di traverso, ma come biasimare il suo malanimo con di fronte un forestiero dagli abiti strappati e un viso scavato da miserabile. Bedrich lo sapeva, ma non era comunque per lui ragione di star in disparte.
“Salute” disse finalmente l’altro, ma ricominciò il suo lavoro tendendo braccia tanto forti che Bedrich si convinse non fosse granché bisognoso e proseguì oltre. E poi oltre quel campo c’erano molte altre case, altra gente, forse un paese, e magari laggiù avrebbe avuto maggior fortuna per un boccone.
Dopo altri due o tre rifiuti giunse a una porta malandata, su cui tante erano le fessure che dentro gli spifferi ne avevano di far baldoria. Se ne accorse anche da come il padrone, aprendo davanti a lui quel rottame, si muoveva così lento e dolorante che il buon Bedrich era già pronto all’opera.  
“Mi si spezza il cuore a vedervi, buon uomo” cominciò furbamente “Una spina senza dubbio punge meno di ogni vostra notte!”
“Non me ne parlare” rispose quello con una smorfia “A volte non riesco nemmeno ad alzare le braccia!”
“Perché non la sistemate allora?” insistette Bedrich “Non stareste forse meglio?”
“Quel diavolo di un falegname non si decide mai a venire!” ribatté l’altro “Ha sempre da fare!”
Era ora, Bedrich colse l’occasione e si offrì di ripararla lui, ma quello purtroppo non si fidava delle arti di uno sconosciuto e fu sul punto di mollarlo furioso. Quindi gli sovvenne un’idea e provò a chiedere dove stesse il famoso artigiano, partendo subito a cercar la bottega del Mastro Peter. Lungo le vie notò altre imposte rotte o cadenti, il che lo incoraggiava, lo spronava ad allungar il passo, finché arrivò davanti una bottega con un vecchio che segava una trave.
“Posso aiutarti, ragazzo?” domandò il falegname vedendo come gli si era parato davanti.
“Ho bisogno di mangiare” rispose Bedrich “In cambio naturalmente del mio lavoro”
“Questa poi!” esclamò divertito Mastro Peter “E perché dovrei aver bisogno di te?”
“Mio padre era un bravo carpentiere” aggiunse Bedrich “e da lui ho imparato qualcosa”
Se il vecchio non si liberò dello scocciatore fu soltanto per la decisione ch’egli mostrava, e spinto dalla curiosità lo volle mettere alla prova. Gli diede quindi una sedia da riparare e gli chiese di far presto. Nulla di più facile per Bedrich, che non aveva motivo di prenderlo in giro, e dopo averla restituita Mastro Peter si sedette restando colpito dalla sua abilità.
“Ben fatto, ragazzo!” disse annuendo soddisfatto.



Per leggere la storia dall'inizio cliccare su C'era una volta Bedrich

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