Certo, anche in questo periodo esistono il Regno d'Inghilterra, quello di Francia, di Polonia e così via, ma il sovrano è in realtà padrone di una manciata di domini personali, laddove il resto dei confini comprende le terre di vassalli che non ci mettono nulla a rivoltarsi contro di noi e magari a strapparci la corona una volta che ci hanno lasciato in mutande. Come prima campagna ho preferito evitare delle dinastie troppo impegnative e la mia scelta è caduta sul ducato irlandese di Munster. Lo scopo è allo stesso tempo semplice e quanto basta per essere ambizioso: unire l'isola sotto un solo re.
L'Irlanda è infatti divisa in molte contee e ducati con varie sfere d'influenza e bisogna agire in fretta prima che qualcuno assuma una posizione troppo dominante. Per espandersi è però fondamentale avere le giuste rivendicazioni o, nel malaugurato caso in cui la nostra famiglia non dovesse disporre di giuste motivazioni, fabbricarle ad hoc con i nostri diplomatici e recuperare con le armi quello che ci appartiene.
Il bello è che man mano che si acquisiscono nuovi territori la dinastia ha anche la facoltà di creare o usurpare titoli nobiliari che estendono ulteriormente i nostri diritti e ci permettono di muovere guerra fino a quanto la regione interessata non rientra completamente sotto la nostra sovranità (diretta o tramite vassallaggio).
In certi casi quando si raggiunge una sufficiente influenza su una data area è possibile ambire a una maggiore dignità nobiliare, finanche quella regale o imperiale. Quello che è successo un secolo dopo l'inizio della mia campagna con l'incoronazione del Duca di Munster a Re d'Irlanda. Che dire, il traguardo è stato raggiunto piuttosto in fretta. :)
Pochi mesi dopo la nascita del Regno, tutti gli altri ducati dell'isola si sono immediatamente sottomessi tranne il ducato di Ulster che era allora soggetto agli scozzesi. Nel frattempo la dinastia regale degli Ua Briain si preoccupava di estendere le terre demaniali e dunque il proprio potere attraverso matrimoni combinati con le famiglie dei vassalli. Il più riuscito di tutti è stato senza dubbio quello con la Duchessa di Ulster che portava come ricca dote la contea di Tyrone.
Rimaneva sempre la questione della contea di Ulster, come se l'Irlanda medioevale dovesse inesorabilmente seguire il destino di quella contemporanea. Un primo tentativo di riconquista venne completato nel XII secolo durante una delle tante guerre civili in cui versava il Regno di Scozia, ma una volta cessate le ostilità il nemico era partito al contrattacco e aveva ripreso la contea. Finalmente a metà del 1300 una nuova guerra vide una travolgente vittoria dei soldati irlandesi che sancirono definitivamente il passaggio del territorio sotto la sovranità degli Ua Briain.
Il resto della campagna è stato caratterizzato dal progressivo rafforzamento dell'autorità regale che ha posto fine anche ai tanti inconvenienti nella successione con l'istituzione dell'eredità per primogenitura. Agli albori del XV secolo mi sono anche imbarcato in una guerra di successione scozzese, rovesciando la dinastia precedente per instaurarne una più amichevole (senza però rendere il regno direttamente vassallo). La lunghezza della guerra e la durata relativamente breve degli ultimi due regni hanno però scatenato le ire di parecchi vassalli che si sono ribellati uno dietro l'altro. Quale migliore occasione per strappare a questi furfanti i loro titoli e avere finalmente tutta l'isola sotto il dominio diretto della dinastia?
Nell'anno 1453 la dinastia degli Ua Briain è una delle famiglie più forti e stabili del continente, come si vede anche dal punteggio ottenuto alla fine, che supera la prima classificata delle famiglie che la Paradox ha posto come metro di paragone con i nostri successi. Rispetto ai disastri che ho vissuto nel primo Crusader Kings direi proprio niente male.
Parliamo ora del gioco. A livello grafico è stato fatto un bel passo avanti, con una mappa che risulta veramente gradevole alla vista come pure l'interfaccia più azzeccata (ottimi i menù a scorrimento) seppure non perfetta. A livello di giocabilità siamo sempre ai soliti livelli di profondità e ricchezza che possono scoraggiare i meno pazienti, ma che sanno appagare in maniera indescrivibile soprattutto quando si tratta di intrighi e sotterfugi (a tale proposito bisognerebbe dare più spessore al sistema di ambizione e complotti). Una menzione di merito alla colonna sonora: Andreas Waldetoft è cresciuto veramente tanto dai tempi del lontano Hearts of Iron 2, che di suo era già di buona qualità. Ottimo.
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